Sorrisi amari

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Vincere e non sorridere. Può sembrare un paradosso, ma è l’ovvia conseguenza quando capisci di aver perso per gran parte della stagione uno dei tuoi giocatori più importanti, uno di quelli insostituibili, uno di quelli che, comunque andrà, sai già che avrà messo in campo tutto quello che ha. E allora diventa normale andare a letto con il magone, temendo il peggio, ma nutrendo ancora qualche barlume di speranza. Speranza che si spegne l’indomani, quando gli esami confermano il peggio: rottura del legamento crociato anteriore e un arrivederci a Florenzi tra almeno quattro-cinque mesi.

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Fa già male così. Poi si fanno i conti, e ci si rende conto che quello di Florenzi è il settimo crociato saltato negli ultimi due anni (il secondo iniziato da appena due mesi). Allora ci si inizia a guardare intorno, a capire da dove proviene quella nuvola di Fantozzi che ha ormai comprato casa a Trigoria, e che è pronta a colpirti quando tutto sembra andare per il verso giusto. Comprendi che questo tipo di male proprio non può essere curato, e che tutto il resterà passerà in secondo piano. Perde di importanza la straordinaria vittoria di Reggio Emilia, la quarta consecutiva racchiusa in un ciclo di partite molto complicato, così come la doppietta di Edin Dzeko, arrivato già a quota 10 gol in campionato, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Non c’è il tempo e l’umore di sottolineare la grande rimonta compiuta, di esultare per il ritorno di Antonio Rudiger, di rimanere estasiati davanti al grande potenziale in attacco o di arrabbiarsi per le sbavature difensive.

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Come proseguire la stagione? Lo stop di Florenzi, oltre che per le qualità tecniche, mette paura e apprensione per la casella occupata nello scacchiere di Spalletti. Quello dei terzini è stato il grande problema della Roma negli ultimi anni, e quest’anno il leitmotiv sembra rimanere lo stesso. Il tecnico non ha potuto mai utilizzare Mario Rui e Nura, colpiti anche loro dalla maledizione crociato, e ora si ritrova con un altro laterale in meno, considerando che Bruno Peres è a mezzo servizio, ed Emerson Palmieri e Juan Jesus non offrono garanzie, in particolare per un lungo periodo. Le soluzioni diventano a questo punto impiegare subito il rientrante Rudiger in posizione di terzino, un ruolo che è in grado di fare, ma che è più di corsa e ripiegamento rispetto a un centrale, e quindi ha con sé una percentuale maggiore di rischio ricaduta. Oppure virare sulla lista degli svincolati, sperando che colmano il vuoto lasciato da Florenzi nella maniera più efficiente possibile. E i nomi a tal proposito sono due: l’ex Maicon, rimasto senza contratto ad allenarsi agli ordini di Spalletti, oppure Caceres, cercato a lungo in estate, ma mai approdato nella capitale per via delle sue instabili condizioni fisiche. Nei prossimi giorni, o forse già nelle prossime ore, si vedrà quale sarà la decisione della società, con la speranza nel frattempo che quest’ennesimo episodio sfortunato si trasformi in uno stimolo per il resto dei compagni, e che li renda una roccia infrangibile per tutti gli avversari.

Torna presto Ale!

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