SPALLETTI: “Ci giochiamo il futuro nelle prossime 8. Dispiaciuto per le eliminazioni,...

SPALLETTI: “Ci giochiamo il futuro nelle prossime 8. Dispiaciuto per le eliminazioni, ma il gap con la Juve è stato ridotto. Programmare e parlare chiaro ai tifosi”

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CONFERENZA STAMPA – Le parole di mister Spalletti alla vigilia di Bologna-Roma:

Dopo la delusione della Coppa Italia, come si riparte?
Abbiamo fatto un’analisi, ci siamo parlati e spesso lo facciamo in maniera corretta e professionale, perchè siamo in tutti i sensi una squadra. In questo caso c’è il dispiacere, c’è l’insidia che possa diventare una sconfitta difficile quella di martedì e allora in questo caso qui ci siamo detti che bisogna essere ancora più professionali nel modo di lavorare, bisogna rafforzare quello che è il concetto del sotto palla, del contrasto vinto. Si sono andate a prendere delle cose che sono fondamentali per superare questo momento. Va di moda il ghigno, bisogna lavorare bene, col sorriso ma con il ghigno, perchè è stata una partita che può disturbare i nostri equilibri di squadra. Si cerca di metterlo in pratica e ieri già l’ho vista, una squadra attenta, vogliosa e determinata. Si fa così sempre”

Il Bologna non ha più da chiedere nulla a questo campionato. Donadoni ha chiesto ai suoi giocatori di creare un proprio stile. Che partita si aspetta?
Donadoni è una persona seria, un professionista esperto che ha sempre fatto giocare bene le sue squadre. Loro sono una squadra imprevedibile, davanti hanno giocatori potenti, veloci, di qualità. Il Bologna ha vinto due delle ultime tre partite, ha perso a Firenze negli ultimi minuti, ha vinto a Sassuolo e col Chievo. Possono giocare a tre, a quattro in difesa, per cui bisogna essere pronti. Per la classifica che hanno, per tante componenti, possono giocare senza essere in tensione in funzione del risultato della partita. Hanno giocatori come il figlio di Eusebio Di Francesco, Destro e altri ex che vogliono mettersi in evidenza. E’ una partita delicata ed insidiosa dove dobbiamo essere forti, fortissimi”

Sui portieri, come li gestirà ora che non ci sono più le Coppe? De Rossi è pronto?
“Sui portieri è sempre stato così: sono due che si confrontano e possono ambire ad una maglia, sono tutti e due forti, la gerarchia del fatto che questa è la tua competizione e quella dell’altro, esiste se c’è una qualità assoluta di grande livello che si può mettere a confronto. Sono tutti e due in grande condizione, se poi c’è uno che cala di condizione, quell’altro gli può prendere il posto. Poteva avvenire in qualunque competizione. Tutti e due si allenano bene, come si è visto nello svolgimento delle partite, hanno fatto valere la loro qualità, sono entrambi fortissimi. Questo confronto proseguirà, come c’è stato in precedenza. Si da per scontato che le giochi tutte Szczesny, ma se cala di condizione e Alisson dimostra quello che ha fatto vedere gli può togliere il posto. De Rossi è migliorato, la schiena non gli fa più male da ieri, se oggi si allena bene è chiaro che lo prenderò in condizione per farlo giocare”

Gerson scomparso da gennaio, cosa vuol dire? Si è interrotto il suo processo di crescita?
“Ci sono sempre state partite dove avrebbero potuto mettere in difficoltà soprattutto quello che era la sua condizione psicofisica e di esperienza dentro la squadra. Avendolo fatto giocar poco, non sai mai quella che può essere la risposta, perchè negli allenamenti, quando le partite sono ravvicinate, non si riesce a valutare pienamente se la condizione di uno che ha giocato poco è molto superiore a quella di un altro. La sostanza degli allenamenti diminuisce, sono quasi tutti allenamenti mirati per reparto, non riesci a vederlo in un contesto reale, probabilmente ho anche sbagliato qualcosa, è così quando c’è uno che lo fai giocar poco, dipende da una gestione collettiva, dove a qualcuno devi dare forza, a qualcuno devi togliere qualcosa, a lui sicuramente ho tolto qualcosa, ma non perchè non lo meritasse, ma perchè gli altri mi sembravano stare meglio. Alla fine di questo campionato su Gerson va fatto un ragionamento approfondito, e la società lo sa”

Oggi Inzaghi ha detto che con la Roma vedendo i bilanci non ci dovrebbe essere confronto e invece in campo hanno vinto loro. Sei d’accordo?
“Non so quali sono i conti dei nostri avversari, conosco le cose nostre. Sono stati bravi a portare a casa questa qualificazione. Noi cerchiamo di lavorare forte sui nostri obiettivi, che sono ancora molti, perchè ci sono 8 partite che possono determinare il lavoro futuro della nostra squadra, ci giochiamo un futuro importante, la mia attenzione va lì non a quello che dice Inzaghi”

Ha provato ad inserire Totti nei minuti finali, qualcuno l’ha contestata questa scelta. A lei il giocatore ha detto qualcosa?
“Io purtroppo devo gestire lo spogliatoio, la squadra, il ruolo che ho. Nelle competenze del ruolo ci sono anche le possibilità di cambiare uno a dieci minuti dalla fine. Vado con coerenza, voglio gestire il calciatore, non la storia di Totti. Forse l’ho fatto giocare poco, forse molto, dipende dai punti di vista. E’ chiaro che cerco di fare le cose con più coerenza possibile, senza essere disturbato da niente nelle mie scelte. Ci sono anche gli altri calciatori, Totti rimane ugualmente un giocatore importante per la storia di questo club”

La Roma è la squadra che ha utilizzato meno giocatori in questa stagione. La Rosa è stata corta sulle tre competizioni?
“E’ dipeso soprattutto da scelte mie: prima si diceva di Gerson che ha giocato poco, è segno che i giocatori c’erano. Se poi vogliamo fare dei confronti tipo che la Juve ha cambiato 8 giocatori dal campionato alla Coppa col Napoli, a quei livelli lì probabilmente no. Avevamo comunque la rosa a posto per giocare le nostre competizioni, ci sono capitate molto partite di un certo livello tutte insieme e in quel momento lì devi fare delle scelte, come dicevo prima non hai neanche il tempo, ma la squadra ha fatto bene nonostante abbia poi sbagliato un paio di partite fondamentali, che ci disturbano, ma sono singole in un lungo tratto. E’ difficile trovare un periodo dove la squadra ha fatto male, ha sbagliato dei risultati e degli episodi, ma saltuari. Quando devi scegliere cerchi sempre una connessione con quello che è avvenuto precedentemente. Noi si viene da cinque partite vinte, siamo usciti dalla Coppa Italia, ma si viene da cinque vittorie, diventa difficile che questa squadra era la squadra sbagliata. Però siccome ci sono dei momenti che diventano cruciali, importantissimi, se il risultato è stato quello, probabilmente l’allenatore ha sbagliato le scelte. Non c’è verso, si passa sempre di qui. Se non vinci, se non porti a casa il risultato, avendo constatato che la squadra poteva farlo, qualche errore è stato connesso e dipende sempre dall’allenatore”

5 vittorie consecutive, ma sono arrivate due eliminazioni?
“Si però sono state sbagliate due partite, sono stati commessi degli errori, ma ci sono i 18 mesi di lavoro dove si possono fare dei confronti anche con gli altri. Andare fuori da una squadra o da un’altra può essere diversa, ma la considerazione generale si fa sui 18 mesi e lo sappiamo fare anche noi che viviamo lo spogliatoio, non ce le lasciamo soltanto sentir dire, sono cose di cui parliamo quotidianamente. Ora c’è un altro traguardo che è quello più importante di tutti, cioè la classifica del campionato. Ci sono momenti in cui carichi di importanza un risultato, ora c’è un momento diverso, perchè la stagione calcistica è fatta di momenti”

Nelle tre gare ad eliminazione diretta in casa è sempre andata sotto col Porto, Lione e Lazio. Come mai? L’ossessione alla vittoria è stata controproducente?
“Il dato lo commento dicendo che la prima cosa che avevamo analizzato era quello di non prendere assolutamente gol fino al 30° del secondo tempo, giochiamo in equilibrio fino al 30° del secondo tempo un po’ per i precedenti che hai citato, un po’ per lo stadio che avevamo, con la Sud presente. Sarebbe stato difficoltoso rimettere a posto il risultato prendendo gol e purtroppo così è stato, per la troppa voglia di ribaltare il risultato dell’andata. Osservazione giusta, ma ci abbiamo messo tutta l’attenzione possibile. Ho cercato di provocare la massima reazione dentro la squadra parlando di ossessione della vittoria, probabilmente è stato poco e non è bastato, avrei dovuto caricare ancora di più la squadra, avrei dovuto metterci ancora più peso sulla motivazione di queste partite. Poi bisogna stare attenti allo scorrimento della partita, ma i risultati sono stati quelli”

Ha la sensazione che in questo anno e mezzo sia stato sottovalutato il rendimento in campionato della squadra e il messaggio lanciato all’ambiente di lavorare tutti insieme per vincere?
“Io la penso sempre alla stessa maniera: penso siano dei ragazzi seri, dei professionisti, hanno portato tantissimi risultati a casa, poi è chiaro che la linea di demarcazione per un bilancio finale si farà dopo le prossime 8 partite, sono dispiaciuto per quello che si diceva prima, ma soddisfatto per il modo con cui si viene qui a lavorare, per il modo con cui si lavora per produrre uno spettacolo accettabile per i nostri tifosi. Io cerco di stare attento a tutti i particolari, sin da quando lavoravo con gli allievi. Nei 18 mesi di lavoro abbiamo fatto punti importanti in confronto alle altre squadre, però se ne parlerà in fondo. Nel calcio esiste solo il fatto di imporre la vittoria, ci si diverte solo se si vince. Allora quando tutti dicono alla stessa maniera, l’allenatore deve stare dentro questo ragionamento, anzi devi dire cose più importanti. Non è che potessi dire che tutti avevano delle visioni. La realtà è che bisogna parlare chiaro ai tifosi, c’è bisogno di un lavoro e di un programma per riuscire a contendere dei titoli alla Juventus, perchè loro hanno un vantaggio sotto questo aspetto, non solo di soldi, di strutture societarie, di modo ragionare. Noi dobbiamo essere in grado di programmare, di diminuire il gap e credo che questo sia stato fatto negli ultimi 18 mesi. I professionisti della Roma devono ancora impegnarsi di più, ma passa attraverso il lavoro, il coinvolgimento, la passione, vogliamo essere una cosa unita, vogliamo essere aperti al movimento dei nostri tifosi”

 

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