SPALLETTI: “L’uscita col Lione ci ha fatto male, ma abbiamo margini di...

SPALLETTI: “L’uscita col Lione ci ha fatto male, ma abbiamo margini di crescita paurosi. Non sono sfigato. Vincere le prossime 4-5 sarà decisivo”

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CONFERENZA STAMPA – Queste le parole di mister Spalletti alla vigilia di Roma-Sassuolo:

Buongiorno, cose particolari non ci sono. Ho visto buonissime intenzioni, grandissima disponibilità a rimettere a posto quello che può venir fuori da una sconfitta del genere. La pesantezza dei duelli e degli scontri quando esci sconfitto fa male. Ci sono molte botte da rimettere a posto e vedere che fine hanno. L’avete visto che Edin ha preso un calcio ed una botta in faccia e ci sono altri contrasti da cui i giocatori sono usciti fuori un po’ malconci. Di infortuni veri e propri, per il momento, non ci sono sentori. L’allenamento di oggi è fondamentale per vedere se le sensazioni che abbiamo avuto sono giuste o no. Non ci sono situazioni di cui parlare in maniera approfondita“.

Può essere complicato dare motivazioni ai ragazzi visto il poco tempo a disposizione?
Bisogna essere obiettivi, raccontarsi sempre la verità, dire quello che si pensa e confrontarsi, essere realisti e analizzare ciò che è successo: è una di quelle partite, dove il giorno successivo ti alzi e hai la sensazione di non aver niente in mano, di aver perso tutto, di avere il dubbio se accendere la luce al bagno e rimanere al buio. Quasi di non avere niente in mano, perché è una sconfitta che dà fastidio e brucia. Bisogna però analizzare nella maniera corretta la cosa. Andando a vedere ti rendi conto che la partita ha detto che in realtà hai tutto in mano, perché la prestazione è quella lì, l’asticella delle possibilità della tua squadra è quella lì. Sono possibilità importanti e belle. E’ vero che viene a mancare questa competizione e grande livello, però è stata determinata da una partita che tu avevi meritato. I calciatori della Roma l’avevano meritata. E’ la partita che volevo giocassero e l’hanno fatto bene. Questi risultati ti lasciano senza fiato, però poi i discorsi debbono essere fatti correttamente. Questo è il livello di calcio che possiamo giocare, soprattutto contro una squadra forte come quella lì. Se fai 25 tiri in porta, che è un record, è un segno che la squadra ha fatto bene. Ha concesso qualcosa nel finale, dove forse ci siamo fatti prendere un po’ troppo da quello che poteva essere il tempo restante. Abbiamo perso qualche pallone dove ci hanno fatto delle ripartenze, determinati dal tempo restante. Il Barcellona ha vinto l’ultima partita con 6 gol ed ha fatto meno tiri della Roma. Per fare un confronto numerico si vede che 25 tiri in porta sono tanti e sono stati bravi. Io mi auspico che nelle prossime partite rifacciano bene come in quella partita. Se loro giocheranno partite come questa porteremo a casa tante vittorie e probabilmente rimarremo in Europa, che è quella la sostanza vera dei fatti. Una partita la puoi perdere, ma l’anno dopo ti riproponi e fai vedere che ci sei ancora e sei uno forte mentalmente, che sa sopperire a dei momenti di difficoltà che hanno tutti e che ci saranno sempre in un campionato duro come il nostro. In sintesi questa è l’analisi che è venuta fuori quando ci siamo parlati, i giocatori hanno la sensazione di aver perso tutto quando gli sei davanti nello spogliatoio. L’analisi poi è stata corretta e noi tenteremo di essere di nuovo quelli lì anche domani sera. Non sarà facile, ma io vedo lo sguardo dei giocatori. Ieri molti hanno fatto subito il defaticante fuori e quando c’è una partita così aspra come questa non ce la fai a riportarli fuori. Sono voluti uscire invece di rimanere dentro in piscina. Oggi, nel giro telefonico del dottore, che fa sempre, nessuno è voluto rimanere dentro per recuperare e abbiamo fatto fuori l’allenamento. Sono dettagli fondamentali di ragazzi di spessore, di livello qualitativo, professionale e umano. Avendo alle spalle una città come Roma ed una tifoseria come quella della Roma.

Il Sassuolo? Un suo giudizio sui neroverdi?
“Eusebio è un ragazzo serio, un professionista assoluto, l’anno scorso ha fatto un grandissimo campionato, al di là delle previsioni iniziali. Quest’anno ha avuto qualche difficoltà, ma ha una squadra forte tra le mani, quello che gli è successo è normale, non è facile per una squadra come il Sassuolo tenerla a quei livelli lì, arrivare in Europa, ci sono anche gli altri. Lo stesso discorso vale anche per noi, ci può stare che abbiano un momento in cui le cose non vanno, ma hanno giocatori forti, come Defrel che abbiamo guardato anche noi, hanno un nazionale come Berardi e altri calciatori. Hanno un gioco di squadra che evidenzia un modo di lavorare quotidiano, con lo stesso disegno tattico, di qualità, un gioco e una vocazione offensiva nella visione del calcio, hanno fraseggio, verticalizzazioni, una squadra forte”

Manolas e Rudiger come si migliorano?
“Spesso le squadre forti giocano da dietro, a partire dal portiere, come priorità. Ad esempio il Barcellona ha tirato dietro Mascherano, noi abbiamo parlato di De Rossi, per una ricerca del fraseggio da dietro, lo fanno anche Napoli e Juventus, con Bonucci che fa il regista difensivo. Noi qualche cosa sotto questo aspetto dobbiamo migliorare, Rudiger lo sa fare, Fazio lo sa fare anche Jesus, ma si può migliorare. Non abbiamo avuto il tempo di lavorare su questi qui per essere al top, abbiamo dei margini di miglioramento paurosi. Facciamo un’analisi a 360 gradi. Che tempo ho avuto per lavorare su questi qui? Poi si va dentro una lettura più approfondita e più corretta si vede che Rudiger si è fatto male in preparazione, Fazio è arrivato una settimana prima di iniziare il campionato, uguale Peres, Jesus qualche settimana prima a Pinzolo. Mario Rui si è fatto male, siamo stati in difficoltà all’inizio, in un periodo in cui dovevamo lavorare su queste situazioni, avevamo meno possibilità di lavoro. Ora la difesa è tutta un’altra, è passato un po’ di tempo, nonostante si giochi ogni tre giorni e ci si può allenare pochissimo. Dai delle indicazioni, ma se non fai 10 contro 10, se non trovi la situazione reale, dove ci sono distanze, reparti, ritmo, noi oggi non possiamo fare allenamenti a ritmo altissimo, Alberto De Rossi è disponibile e ci manda dei ragazzi su, sarebbe ideale fare degli allenamenti contro una squadra delle giovanili, dove si può alzare il ritmo, sennò ti manca sempre qualcosa. L’altra sera siamo stati perfetti dietro, in alcuni momenti abbiamo fatto un tre contro tre, in posizioni diverse e invece dovevamo fare un tre contro tre reparto contro reparto, siamo stati trenta metri più su come squadra, gli siamo saltati addosso sempre, soffocando qualche tentativo di ripartenze, poche volte per il tipo di partita siamo stati costretti a tornare indietro. Non siamo stati bravi nel secondo tempo a Lione, però abbiamo fatto bene tante cose, questo livello di qualità del comandare noi, partendo dietro con la palla, è un discorso che ci vuole tempo, ci vogliono esercitazioni in situazioni reali, ora si vede un po’ la differenza rispetto a giugno. I registi della squadra lo fanno i difensori centrali che arrivano fino a centrocampo, in qualche momento dove li avevamo costretti ad essere schiacciatissimi sulla linea difensiva, dovevamo andare sulle palle in diagonale verso la bandierina o dietro la punta, lì ci siamo andati meno volte di quanto bisognava fare, sicuramente è una chiave per il futuro e per la qualità del gioco della Roma”.

Come è cambiato lei nell’ultimo mese e mezzo, passando dallo Spalletti ossessionato dalla vittoria a quello di giovedì sera che ha detto che porta sfiga?
“Io non sono sfigato, ho raggiunto un livello di vita e di professione che corretto o scorretto, una sconfitta in più o in meno, ho 60 anni ma il livello è quello lì. La sfortuna non può togliermi niente, se non un risultato in più, il livello è quello lì. Spero che a te la fortuna ti possa determinare qualcosa in più. Tutti si parla degli episodi, era un modo di dire. Io sono fortunatissimo, non sono sfigato, professionalmente ho raggiunto quel livello lì, che piaccia o no, è così. A me la sfortuna non mi può togliere niente, la fortuna e la sfortuna hanno una connessione con l’impegno, col sudore e io mi impegno di molto, faccio l’allenatore della Roma, tu fai le psicoanalisi del mio lavoro, è un lavoro da sfigati. Oggi avete chiesto l’aiuto all’artiglieria pesante, avete mandato agenti sotto falso nome, per vedere che luna ho oggi, o ieri. Non ce l’ho fatta a leggere tutta la rassegna stampa, quello che non fa l’articolo viene oggi, quello che lo fa viene domani. Siete sempre a tentare a vedere che luna ho, ad ascoltare chi vi pare, per fare un’analisi a me. A volte invece di articoli sportivi, mi sembrano oroscopi, io sono una persona fortunatissima, non posso più avere sfortuna”

Sfigato se l’è detto da solo?
“Si ma se dopo una partita si mette in risalto solo quello e oggi ci si ritorna, non capisco. A me la sfortuna non mi può togliere niente, la posizione ormai è questa, Spalletti su 22 mila tesserati, ha allenato 20 anni in serie A. Voi quanti siete? Quanti giornalisti siete? Non ti impaurire Gianni (si rivolge a Castaldi ndr). Vi interessano di più gli umori, le ombre, quante volte me l’avete scritto? Io l’ho detto per prendere per il culo te, poi se lo prendi sul serio è un problema tuo. Io se voglio alleno anche il prossimo anno e arriverò ai 65 anni. Non lo so chi è sfigato, sotto l’aspetto della definizione della fortuna e della sfortuna il concetto è chiaro. Tu hai scandagliato gli agenti segreti, quelli con falso nome (si rivolge a D’Ubaldo). Io non sono sfigato e oggi sono serio, non è un gioco di parole come l’altra volta. Fortuna o sfortuna, a me l’ha sempre determinata la voglia di lavorare dal mattino alla sera tardi e lo farò fino all’ultimo giorno, lavorare per lasciare una Roma forte. Poi si ruzza un po’, io con voi, voi con me e poi si va a cena insieme…”

Cosa ne pensa di Lotito nuovo presidente della Lega di B?
“Gianni è preoccupato, sa come la penso sulle ultime elezioni, io mi sentivo più dalla parte dei giocatori, ma non essendo poi dentro le trattative, la conoscenza dei programmi, mi sono reso conto dei due programmi, non sono stato molto d’accordo nella conoscenza delle cose, non mi garba, ma faccio parte della mia associazione e sono stato con loro, devo ancora documentarmi. Io faccio l’allenatore della Roma, devo pensare al bene della Roma. Voglio parlare di calcio, sono anche più attrezzato, se vuoi ti posso dire le presenze di Ricci che gioca col Sassuolo, è un giocatore forte, lo abbiamo avuto, lo conosco bene, di queste cose qui se volete ci si sta quanto vi pare. Quello che mi disturba la differenza dei tiri in porta che si sono fatti e non si ha avuto l’esito corretto, si va a parlare della convinzione di essere cattivi sotto porta”

Per ridare un po’ di stimoli a questi giocatori, si può pensare al calendario? C’è voglia di ribaltare le cose in campionato?
“A me è sempre sembrato di essere molto normale quando sono venuto in conferenza stampa, nell’analisi, molto regolare nel trattare tutti i miei colleghi. Dentro la squadra di trovare dei momenti o dei perchè. La squadra ha 4-5 partite dove se fa vedere quella che è stata le può vincere tutte, se le vinci – dopo si ci sta un altro gruppo di gare dove ci può stare di tutto, dove hanno la stessa qualità tua – gli scenari possono cambiare, manca lo strappo finale, è la volata se te sei lì nel gruppetto in cima che conta, se non ci sei è più difficile. Alla squadra è stato detto che in queste tre quattro partite può vincerle tutte, possono essere decisive”

 

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