Stadio della Roma, dieci giorni per partire

Stadio della Roma, dieci giorni per partire

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Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Sono lì sui blocchi pronti a scattare. Attentissimi però a non farsi pescare in falsa partenza. Alla Roma e a Eurnova, l’azienda costruttrice, hanno cominciato a riflettere su come procedere per aprire casa nuova nella stagione 2020-21, come da programma, mentre negli Stati Uniti c’è James Pallotta che chiude gli accordi con i maggiori finanziatori e qui c’è il direttore generale del club, Mauro Baldissoni, che si occupa delle altre fonti di finanziamento.

ASPETTARE – Ci sono parecchie cose da fare prima che la costruzione dello stadio a Tor di Valle possa effettivamente avviarsi. A parte stabilire tempi e modi della decostruzione e ricostruzione parziale della tribuna del vecchio ippodromo ora libera da qualsiasi vincolo. Bisogna avviare la bonifica dell’area, tristemente somigliante a una discarica, bisogna effettuare scavi archeologici preventivi, bisogna stilare un piano capillare di lavori preliminari. Al piano cominceranno a lavorare lunedì. Così come alle integrazioni al progetto richieste dalle prescrizioni, senza le quali il nulla osta non avrebbe valore. Il resto deve aspettare per forza di cose e norma di legge. Il documento che dà il via alla corsa è il verbale della conferenza dei servizi. Dovrebbe arrivare nel giro di una decina di giorni: il gran numero delle prescrizioni suddette rende laboriosa la stesura. Finché quel verbale non viene controfirmato da tutti gli enti che hanno partecipato alla conferenza dei servizi non si può passare alla fase successiva. Quella in cui il Comune deve stilare la convenzione urbanistica, pubblicare entro 30 giorni il progetto di variante e poi aspettare altri 30 giorni per le controdeduzioni e osservazioni che associazioni e cittadini potrebbero presentare. A quel punto la variante può andare in aula per il voto dell’Assemblea Capitolina. O stringono i tempi in maniera quasi miracolosa – non è detto non ci riescano – oppure difficilmente si finirà prima di marzo tra voto, invio del verbale in Regione, permessi definitivi di costruire.

PENSARE – Poi ci saranno i bandi per le opere pubbliche, che per accorciare l’iter andranno stilati nel corso degli altri passaggi. Comunque, l’importante per la Roma è che il cantiere dello stadio apra almeno nella prima metà di maggio. E’ dura, però a tappe forzate ci si può arrivare. Se non s’incartano in Campidoglio, come lascia capire l’assessore regionale Michele Civita. Eventualmente lo leggerete nella pagina a fianco. Per mettersi in moto a tutta i costruttori attendono il verbale della conferenza dei servizi. Prima che arrivi possono pensare e scrivere ma non muoversi. Dopo potranno, ma a loro rischio: se per qualsiasi motivo la procedura saltasse, avrebbero perso i soldi dei lavori preparatori. Uno scenario a cui oggettivamente oggi nessuno pensa, un incubo pallido riflesso dal passato.

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