STADIO HISTORY – L’Artemio Franchi, l’impianto che ispirò gli architetti del Boca

STADIO HISTORY – L’Artemio Franchi, l’impianto che ispirò gli architetti del Boca

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Franchi 1A cura dell’Arch. Tiziano Magi.

STADIO ARTEMIO FRANCHI DI FIRENZE.

Con un pallone lasciato cadere da un aeroplanino si diede avvio, il 13 settembre del 1931, alla gara inaugurale dello stadio Giovanni Berta di Firenze la prima grande opera dell’architetto e ingegnere Pier Luigi Nervi.

Nervi diventava da li a breve uno dei migliori progettisti dell’architettura italiana del novecento, soprattutto per le innovazioni nel campo dell’applicazione del cemento armato, di cui offre una piacevole anticipazione in questo stadio dedicato inizialmente a un giovane fascista fiorentino ucciso per motivi politici. Il nuovo stadio realizzato dal 1930 fu commissionato dal presidente della neonata Fiorentina il marchese Luigi Ridolfi da Verrazzano, i lavori durarono fino al 1932 con uno stadio che poteva ospitare 39.000 persone.

Dal 1993 lo stadio è intitolato ad Artemio Franchi, tra i più importanti dirigenti sportivi italiani. Lo stadio fu sede di alcuni incontri calcistici del campionato mondiale del 1934, delle Olimpiadi del 1960 e del campionato europeo del 1968, oltre che di altri incontri internazionali. Ospitò inoltre quattro partite del campionato mondiale del 1990, in vista del quale, alla fine degli anni ottanta, fu ristrutturato tramite abbassamento del terreno di gioco ed eliminazione della pista di atletica. Oltre al calcio, l’impianto venne anche utilizzato per altri sport, come il baseball, il pugilato, l’atletica leggera e il ciclismo, fungendo da arrivo per alcune tap­pe del Giro d’Italia; lo stadio fu inoltre teatro della strage dei martiri del Campo di Marte e di una visita pastorale di Giovanni Paolo II, nel 1986.

Franchi 3Il progetto con cui Nervi vinse il concorso di progettazione dello stadio era il frutto di importanti idee statiche tradotte in geometria, realizzate con il cemento armato. le grandi intuizione architettoniche di Nervi furono:

– La copertura: in occasione dell’inaugurazione ufficiale dello stadio, che era ancora incompleto, il pubblico rimase stupito di fronte alla sottile pensilina a sbalzo, priva di sostegni intermedi, così concepita per non ostruire la visuale degli spettatori. Questa, lunga 110 m e larga 22,5 m, è nervata da 24 mensoloni portanti; i puntoni, integrati nel profilo della struttura, dimezzano lo sbalzo, mentre il peso del corpo delle gradinate funge da contrappeso. La sua eleganza e il suo stile formale, coerente con il metodo progettuale di Nervi, derivano dall’impiego del cemento armato e dallo stesso schema statico adottato.

– Le grandi scale elicoidali: essi si intrecciano con travi incurvate in senso inverso, in una soluzione formalmente dinamica determinata dalla ricerca dell’equilibrio delle forze, che caratterizza l’esterno dello stadio insieme ai pilastri della struttura, lasciati volutamente in vista.

La forma a “D”: All’interno lo stadio presenta una planimetria asimmetrica, a forma di “D”, con le estremità del settore della tribuna coperta che formano un angolo retto con le curve; i giornalisti e i politici dell’epoca ricondussero la struttura dell’impianto al senso politico della lettera “D”, iniziale del termine latino Dux, “Duce”, appellativo riferito a Benito Mussolini.

Franchi 4Questo aspetto non venne invece considerato da Nervi, che invece doveva realizzare, per una precisa esigenza del bando di gara, un rettilineo di 220 metri per l’atletica leggera di fronte alla tribuna coperta. Tale forma ispirò successivamente i progettisti della La Bombonera, di Buenos Aires.

– La torre Maratona: La torre di Maratona, simbolo dello spirito di competizione e di resistenza degli atleti ed esempio degli intenti politico-propagandistici dell’epoca fascista e delle precise tendenze architettoniche degli anni venti e trenta, è stata affidata a Nervi il 26 giugno 1931 e completata entro l’anno; questa struttura si sviluppa secondo la proiezione telescopica di semplici linee architettoniche che compongono una costruzione a tre piani, la cui verticalità si doveva contrapporre all’orizzontalità volumetrica della tribuna. Nei progetti iniziali, si pensò di utilizzarla anche come “manifesto pubblicitario”, con una scritta che si sviluppava verticalmente lungo la vetrata. Con i suoi 75 metri, di cui 55 costituiti dalla sola torre, è la quinta costruzione più alta della città. Dopo i lavori di ristrutturazione per i mondiali del 1990, la capacità è stata ridotta 47.000 posti tutti a sedere con la realizzazione del nuovo parterre, realizzato al posto della pista d’atletica originaria, tale opera ha comportato l’abbassamento del terreno di gioco di 2,60 mt. Lo stadio oggi è destinato solo al calcio, sport che ha un legame forte con la città di Firenze infatti fin dal ‘500 a piazza di Santa Croce furono issate le reti sopra una palizzata, si giocava 27 contro 27 con l’unica regola di buttare la palla dentro la porta avversaria….qualche secolo prima della moviola in campo…..

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