Stadio, ultima sorpresa: “Si farà senza il ponte”

Stadio, ultima sorpresa: “Si farà senza il ponte”

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IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) – «Un ponte sul Tevere snellirà il flusso delle automobili», scriveva su Facebook Virginia Raggiall’Indomani dell’accordo tra il M5S e i privati che sognano l’affare Tor di Valle. Era il febbraio del 2017. Un anno e due mesi dopo, ora che la variante urbanistica è stata pubblicata sul sito del Campidoglio, quel ponte, ribattezzato “di Traiano”, potrebbe sparire. Col rischio che il traffico, in un quadrante di Roma già iper-congestionato, vada completamente in tilt. Perché verrebbe costruito solo il ponte dei Congressi, pagato dal governo e più lontano dall’area scelta per il nuovo stadio, progetto che peraltro ha un iter totalmente slegato da quello dell’impianto sportivo con annesso «Ecomostro» di uffici, negozi e alberghi. Nulla garantisce insomma che i tempi di realizzazione dei due progetti procedano in parallelo. Il ponte dei Congressi deve ancora essere approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, che un anno fa aveva cassato l’opera e ora dovrà riesaminarla dopo una lunga serie di modifiche. La variante urbanistica per Tor di Valle invece è già stata pubblicata. E tra 90 giorni, se non ci saranno altri intoppi, potrebbe arrivare sugli scranni dell’Assemblea capitolina, per poi tornare in Regione per la delibera finale. Nell’elenco degli elaborati che appaiono da ieri mattina sul portale dell’Urbanistica capitolina, all’ultimo posto, c’è un file intitolato «Nuovo asse di collegamento allo Stadio (senza Ponte di Traiano)». Nel documento, elaborato dai proponenti, viene prospettata «una soluzione, studiata a livello di studio di fattibilità, che potrebbe essere adottata nel caso in cui le amministrazioni competenti decidessero di stralciare definitivamente il Ponte sul Tevere di Traiano».

SENZA FINANZIAMENTO Il fatto è che il collegamento diretto con lo stadio (e il mega centro commerciale) continua a essere senza coperture economiche. Avrebbero dovuto pagarlo i privati, poi il M5S ha cambiato il progetto per ridurre parzialmente le cubature monstre concesse ai proponenti. A dicembre, prima che l’operazione venisse licenziata, con una sfilza di criticità, dallaConferenza dei servizi, alcuni ministri dissero che il ponte di Traiano sarebbe stato pagato con i fondi dello Stato.Ma quei soldi non sono mai stati stanziati. Ecco perché nella variante urbanistica è stato prospettato lo scenario «senza ponte di Traiano», cioè soltanto con il ponte dei Congressiche, se realizzato in tempo, attutirebbe solo in parte il flusso di automobili intorno a Tor di Valle. Del resto proprio i tecnici che hanno partecipato alla conferenza hanno prospettato il rischio imbottigliamento, se non saranno realizzati entrambi i collegamenti. Nelle carte della Conferenza dei servizi si legge che ai privati è stata imposta una condizione: tutte le infrastrutture pubbliche dovranno essere costruite «prima o almeno contestualmente» alle opere private, a partire da strade e svincoli. Per la Città metropolitana poi è «una condizione imprescindibile per la sussistenza del parere favorevole, il potenziamento del trasporto pubblico. Ove non sia assicurata il presente parere sarà da intendersi di motivato dissenso». Cioè il disco verde acceso a dicembre diventerebbe rosso.

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