Steven Nzonzi, il leader silenzioso del centrocampo

Steven Nzonzi, il leader silenzioso del centrocampo

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Lui non parla, gioca. Lui non ama gli effetti speciali, è convinto che la concretezza valga di più di qualsiasi altra cosa. Lui non sarà mai uno di quelli che sfrutterà gesti ruffiani, baci sulla maglia, inviti sotto la Curva, preferisce i fatti. Lui è uno di quei giocatori che devi seguirlo quando non ha il pallone tra i piedi piuttosto che quando ce l’ha, solo così uno ne può apprezzare la qualità migliore, cioè quella di capire quello che sta succedendo in campo. Lui parla francese, inglese (ha giocato con Blackburn e Stoke City), spagnolo (Monchi la prima volta lo acquistò per il Siviglia), questione di settimane pure l’italiano, ma in campo fa parlare il suo calcio. Lui è Steven Nzonzi, trenta anni il prossimo dicembre, francese di origini congolesi, l’uomo giusto al posto giusto nel quattro-due-tre-uno con cui Di Francesco sta riportando la Roma dove deve stare la Roma.

Come scrive il Romanista, ora pare proprio che la Roma se la sia presa, anche se c’è ancora qualcuno che continua a guardarlo con occhio critico.
Con questo Nzonzi, Di Francesco ha potuto varare con maggiore tranquillità il quattro-due-tre-uno che ha rimesso in piedi la traballante Roma delle prime giornate. Con questo Nzonzi, il tecnico ha capito che insieme a De Rossi poteva mettere in piedi una squadra che non fosse troppo sbilanciata e in grado di garantire la copertura necessaria alla linea difensiva. Con questo Nzonzi nessuna paura neppure nello schierargli al fianco Cristante , ruolo inedito per l’ex dell’Atalanta dove però ha dimostrato di poterci stare. Con questo Nzonzi si può. E a quelli che continuano a storcere la bocca, fategli vedere le statistiche delle ultime partite in cui il francese è stato il giallorosso che ha percorso più chilometri.

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