IL MESSAGGERO (U. TRANI) – La Championsdella Roma finisce prima ancora di cominciare.Fuori nel playoff, umiliata dal Porto che vince 3 a 0 all’Olimpico, nuovamente in amore, con 40.000 spettatori e le curve finalmente quasi al completo. L’uscita di scena è deludente è, per certi versi inaspettata dopo l’1 a 1 dell’andata. Ma, analizzati i due match, il flop diventa spiegabile con la fragilità psicologica del gruppo, isterico alla meta: 3 espulsi, con 2 rossi diretti nel secondo match. DopoVermaelen, ecco De Rossi ed Emerson.
Solo il Milan, tre anni fa, è entrato in Championsdai play off nelle ultime 7 stagioni. La pressione ha stritolato i giallorossi che ancora non sono pronti per il palcoscenico internazionale. Ripartiranno dall’Europa League che non può certo accontentare Pallotta: l’eliminazione va incidere sui conti del club che si deve mettere in regola con il Financial Fair Play. Anche tecnicamente il ko merita di essere approfondito:Spalletti, senza sei difensori nella gara cruciale, non supera il primo vero esame della sua seconda avventura nella capitale. La rosa è di qualità, ma attualmente incompleta. E qualche interprete è stato sopravvalutato. La formazione di partenza, con De Rossi centrale difensivo accanto a Manolas, non ha convinto. Anche perché il capitano di serata, sullo 0 a 1, ha perso la posizione ed è andato a commettere in attacco il fallo che ha cambiato la storia della partita. E’ la sua quattordicesima espulsione in carriera, 12 con la Roma e 2 in Nazionale.
E’ il Porto a chiarire quale è il compito della serata per i giallorossi. Che non possono giocare per lo 0 a 0, risultato utile essere promossi, perché Felipe firma presto l’1 a 0 (sono adesso 31 le partite su 32 in Europa che incassano gol: 69), facendosi perdonare l’autorete dell’andata. La disattenzione della difesa romanista è evidente e coinvolge due giocatori sulla punizione frontale di Otavio da trequarti campo, Juan Jesus si perde l’avversario e Strootman non salta. Casillas, fino a quel momento, ha solo dovuto respingere in angolo un tiro da fuori di Nainggolan. La rete di Felipeagevola il piano di Espirito Santo che, coprendosi con il 4-1-4-1, può chiedere ai suoi giocatori di giocarsi la sfida in contropiede. Spalletti, invece, deve solo trasmettere tranquillità al suo gruppo che, nell’assalto che diventa scontato, rischia di spingere con eccessiva precipitazione. Il 4-2-3-1, tra l’altro, è meno efficace del solito. Maxi Pereira blocca Perotti, Telles è attento su Salah.Paredes non lievita e Strootman si ritrova solo nell’impostazione. Nainggolan è ovunque, ma non basta.