Tor di Valle, Fassina al Pd: “No a speculazioni edilizie”

Tor di Valle, Fassina al Pd: “No a speculazioni edilizie”

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IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) – «Il Pd dica cosa vuole fare sull’enorme speculazione a Tor di Valle, dove dietro la foglia di fico dello stadio di Pallotta, perché lo stadio è del proprietario della Roma, si vogliono costruire tre grattacieli». A picconare«l’Ecomostro» (copyright di Legambiente)progettato dal manager di Boston e dal costruttore Luca Parnasi, è il candidato sindaco di Sinistra Italiana, Stefano Fassina. Che mette nel mirino il Pd, sia per condannare le controverse decisioni sul tema prese dalla giunta Marino, sia per chiedere ai democrat di esprimere una posizione chiara sul progetto che ha raccolto una sfilza di bocciature da parte di tutte le principali organizzazioni ambientaliste e perfino dall’Istituto nazionale di Urbanistica. «Noi vogliamo fare lo stadio e darlo alla Roma ma non vogliamo fare una speculazione edilizia», ha detto ieri su La7 Fassina, intenzionato a portare tutte le criticità del progetto Tor di Valle dentro la campagna elettorale.

«PIANO INACCETTABILE» Non è la prima volta infatti che il candidato della Sinistra affronta l’argomento. Da giorni va ripetendo che «una questione è lo stadio della Roma, altro è la speculazione edilizia intorno allo stadio di James Pallotta. Sono due progetti completamente diversi e il secondo è inaccettabile». Dando l’idea di voler martellare un nervo scoperto dell’ultima amministrazione targata Pd. Tre giorni fa, in un incontro a Corviale, l’ex viceministro ha fatto capire che, se fosse per lui, i cantieri di Tor di Valle non aprirebbero mai. «A mio avviso si tratta un progetto che deve essere fermato e che va completamente rivisto». Anche senza uno stop ufficiale, il piano di Pallotta e Parnasi da mesi resta impantanato in Regione per colpa delle tante carenze progettuali. Dopo una prima accelerazione, imposta proprio dalla giunta Marino e in particolare dall’ex assessore Caudo, tutta l’operazione calcistico immobiliare ha subito una brusca frenata. Di fatto è da giugno che non è stato compiuto nessun passo avanti, da quando cioè il presidente giallorosso andò in Comune per consegnare un progetto che avrebbe dovuto essere definitivo. E che invece, come ha dovuto ammettere lo stesso Campidoglio, era solo una montagna di scatole con tante lacune.

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