Totti, apre ‘il vaso di Trigoria’: da Pallotta a Baldini, da De...

Totti, apre ‘il vaso di Trigoria’: da Pallotta a Baldini, da De Rossi a Conte. I 10 passaggi chiave della conferenza (FOTO)

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FOCUS CGR – Francesco Totti dopo quasi 30 anni ha detto oggi ufficialmente arrivederci alla Roma. Non addio – almeno è ciò che ha auspicato in più di un passaggio della lunga conferenza l’ex capitano della Roma – ma certamente un distacco forte, intenso. Un Totti tracimante, che ha vuotato il sacco dopo anni di male parole, di articoli indirizzati per farlo cadere, di giochi di potere che come effetto hanno avuto quello di “deromanizzare” la Roma.

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Impossibile sintetizzare gli 85 minuti di a tu per tu di Totti con oltre 200 giornalisti. Dieci passaggi chiave della conferenza:

– Ho annunciato con una mail al Ceo della società, oggi, le mie dimissioni da dirigente della Roma. E’ un giorno che speravo non sarebbe mai arrivato

– Dico che non e’ stata colpa mia perchè non sono mai stato coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, ma poi mi ero fatto delle idee chiare

– Il mio è un arrivederci, non è un addio alla Roma perché vista dall’esterno è impossibile tenere fuori Totti dalla Roma. Mi dà fastidio e da romanista non penso che possa succedere.

– Adesso prenderò altre strade, e nel momento in cui un’altra proprietà punterà forte su di me io sarà sempre pronto

– Il futuro? Nel prossimo mese valuterò le tante offerte che mi sono arrivate e sceglierò col cuore quella che più mi si addice

– È sempre stato un pensiero fisso di alcune persone di levare i romani dalla Roma. Alla fine è prevalsa la verità, sono riusciti a ottenere quello che volevano

– Il mio rapporto con Franco Baldini? Non c’è mai stato un rapporto e mai ci sarà. Uno dei due doveva scegliere, e mi sono fatto da parte io perché troppi galli a cantare non servono in una società, fanno solo casini e danni. E alla fine quando cantavi da Trigoria non lo sentivi mai il suono, l’ultima parola spettava sempre a Londra. Era inutile dire cose fare, l’ultima parola spettava ad altri, perciò era tempo perso

– L’unico allenatore che ho chiamato di persona è stato Antonio Conte. Gli altri nomi che ho letto in questi giorni, da Gattuso a Gasperini, da De Zerbi a Mihajlovic, sono pura fantasia, anzi fantascienza

– Se vado allo stadio l’anno prossimo? Certo che ci andrò, sono sempre tifoso della Roma. Anzi, sapete che faccio? Prendo Daniele e insieme andiamo a vedere una partita in Curva Sud

– Se Malagò un giorno dovesse diventare presidente della Roma di certo mi chiamerà. Anche perché tutti dicono che è mio amico, quindi avrò tutte le porte aperte, avrò un po’ più di fiducia e di potere

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