MONCHI: “Voglio realizzare i sogni dei tifosi. Possiamo crescere, ma non ripartiremo...

MONCHI: “Voglio realizzare i sogni dei tifosi. Possiamo crescere, ma non ripartiremo da zero. Farò di tutto per trattenere Spalletti. Totti? Voglio che mi stia vicino. Qui c’è il cartello ‘si vince’…” (FOTO VIDEO)

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Conferenza stampa di presentazione per il nuovo direttore sportivo della Roma, Monchi. Queste le dichiarazioni rilasciate ai cronisti presenti:

Gandini: “È un grandissimo onore per me essere qui con una persona di grandissimo spessore nel calcio mondiale. Voglio mandare un sentito ringraziamento al presidente Pallotta, che si è adoperato moltissimo affinché Monchi accettasse di venire a Roma. In secondo luogo volevo ringraziare Ricky Massara per l’ottimo lavoro svolto tra l’addio di Sabatini e l’arrivo di Monchi”

Un giornalista spagnolo ci ha detto che lei in Spagna è considerato il miglior ds del mondo e che aveva grandi offerte. Perché ha scelto di venire a Roma?
“Buongiorno a tutti. Voglio cogliere l’occasione per scusarmi con chi mi ha contattato negli ultimi 3-4 mesi e non ho potuto rispondere perché ero totalmente concentrato sul Siviglia. Non mi considero il miglior ds del Mondo. Sono stato fortunato per la carriera che sto avendo, ma dietro c’è tanto lavoro e sacrificio. Ho ricevuto offerte da club magari più altisonanti come nome, ma io non ho mai avuto dubbi nel scegliere la Roma. Non ricominceremo da zero perché è stato svolto un ottimo lavoro da Sabatini e Massara, ma ci sono grandi margini di crescita. Ringrazio anch’io il presidente, qui avrò la possibilità di lavorare essendo me stesso”

Il futuro dipende anche dal presente. Cosa ha detto e cosa dirà alla squadra?
“Sono pienamente d’accordo. Non avrò una forte influenza per quanto riguarda questa stagione perché sono arrivato alla fine. È vero però che il futuro dipende dal presente, è un futuro motivante perché ci giochiamo il secondo posto e la Champions. Sono a disposizione di tutti, mi sento già una parte integrante del club”

La Juventus si appresta a vincere il sesto scudetto di fila con un blocco storico di giocatori. La Roma debba avere solo pochi ritocchi o deve cambiare molto per acquisire una mentalità vincente?
“Sono concentrato sul futuro, ma penso a come posso intervenire. Conosco bene il percorso della Juve, non sono qui per vendere fumo. Non è facile ridurre il gap, ma neanche impossibile. Nella rosa attuale ci sono già ottimi elementi, ma ci sarà ancora da lavorare per migliorare”

Nell’ultima giornata ci sono stati casi di razzismo. È così anche in Spagna?
“È un tema che mi preoccupa. In Spagna si sta gestendo abbastanza bene, grazie alla collaborazione di tutti. In Italia si può fare altrettanto bene, ma serve l’aiuto di tutti: noi, voi della stampa. Perché un giocatore deve uscire arrabbiato perché vittima di cori per via delle ideologie o del colore della pelle? Ho avuto modo di conoscere Rudiger e lui sta soffrendo molto per questa cosa. Chiedo a tutti sostegno, aiuto e prontezza nel denunciare questi episodi”

A Roma si è vinto poco. Lei ha reso vincente una realtà come Siviglia. Vede delle analogie? Qual è il segreto per cambiare una società a livello di trofei vinti?
“Non credo ci siano segreti, altrimenti cercherei di venderli. Non esistono due club identici, ognuno ha la sua fisionomia, la sua storia. La risposta del successo è il lavoro, che non vuol dire solo comprare un calciatore. I tifosi meritano di vincere, ma tutti dobbiamo aiutare il club. Questo è quello che è stato fatto a Siviglia e sono sicuro ci riusciremo anche qui. Io sono qui per cercare di realizzare i sogni dei tifosi. Con il tempo imparerete a conoscermi, ma per vincere dovremo essere uniti”

Cosa ne pensa della situazione di Spalletti?
“Voglio raccontarvi una storia. La prima volta che sono stato contattato dalla Roma, quella notte ragionando tra i pro e i contro l’unico vero contro era lasciare Siviglia. I pro erano diversi e uno di questi era Luciano Spalletti. Avevo voglia ed entusiasmo di lavorare con lui perché lo considero un allenatore importante e cercherò di riuscire a farlo. Spero possa restare con noi perché è uno dei motivi che mi ha attratto a venire qui e proverò a trattenerlo qui. Però ora bisogna pensare al Milan, alla Juve, al Chievo e al Genoa”

Come sarà lavorare nel primo club in cui non avrà un vincolo emotivo? A Siviglia non le consentivano più di lavorare come voleva?
“Si è la prima volta che esco da Siviglia, non solo come direttore sportivo. All’inizio si ha paura ma neanche nei miei sogni potevo aspettarmi un’accoglienza migliore. Ne approfitto per ringraziare tutto lo staff che ha reso più semplice quest’operazione. Prima forse mi sono spiegato. A Siviglia ho lavorato nelle migliori condizioni possibili: da 1 a 10 dico 20. Però era necessario trovare il miglior modo per lavorare in questa nuova realtà e ci sono riuscito”

Qualora Totti volesse continuare un altro anno, lei aprirebbe le porte al rinnovo? Come prosegue la trattativa per il prolungamento di De Rossi?
“La voglia e l’interesse tra Daniele e la Roma è lo stesso: continuare insieme. Dovremo essere imbranati per non raggiungere l’accordo. Ho conosciuto Daniele ed è un ragazzo fantastico. Per quanto riguarda Francesco io sono arrivato una settimana fa e sapevo che c’era già un accordo tra il club e il capitano che questo sarebbe stato il suo ultimo anno da calciatore e poi avrebbe fatto il dirigente. Chiedo a Francesco di starmi vicino per farmi capire il più possibile cosa è la Roma e cosa vuol dire essere della Roma”

Quanto ha influito nella sua scelta Franco Baldini?
“Non saprei quantificarlo. Quello che mi ha convinto è stata la Roma, Baldini è stato l’intermediario. Non mi sono innamorato di Baldini, ma della Roma”

Il piazzamento della Roma quanto può influire sulle scelte di mercato del club?
“In questo momento sto seguendo tre corsi accelerati: in italiano, nel conoscere tutti i nomi dello staff e l’ambizione. La Roma è un club ambizioso. Il denaro aiuta non è tutto. Vogliamo raggiungere l’obiettivo della Champions ma per una questione di prestigio, non economico. Non dovessimo riuscirci ci rimboccheremo le maniche e lavoreremo sodo”

 

A Siviglia disse che era costretto a vendere per reinvestire. Alla Roma pensa di dover seguire la stessa politica?
“La strategia nel Siviglia era necessaria per cercare di lottare per obiettivi ambiziosi che ci eravamo posti. Era rischiosa ma per fortuna abbiamo risanato il bilancio, grazie anche a delle plusvalenze. Alla Roma il problema non è vendere ma comprare male. Tutti insieme lavoreremo a una strategia per fare bene. Crede abbia lasciato Siviglia per non vincere?”

Negli ultimi giorni sono circolate tante voci di mercato su Nainggolan, Strootman, Manolas, Dzeko. Per voi esiste la parola incedibile?
“La risposta tipo è che esistono calciatori incedibili, ma vi dico che non esistono calciatori incedibili: ci sono giocatori più importanti e meno importanti. Analizzeremo tutte le offerte che riceveremo e le valuteremo. Non abbiamo un cartello appeso con scritto: «si vende», ma «si vince»”

Lei alla Roma dovrà continuare a cercare giocatori meno conosciuti o può comprare giocatori già forti alla Higuain? Il primo acquisto sarà Kessié?
“A me piace lavorare con i calciatori giovani ma non è un’ossessione. Io voglio comprare calciatori con due caratteristiche: bravi e con fame di vincere. Non importa se hanno 19 o 28 anni. Kessié è un calciatore bravo, lo seguiamo, è una possibilità. Vedremo cosa succederà, poco altro posso aggiungere”

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