Un derby per volare

Un derby per volare

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Sono lassù, separate da 1 punto, dove è più facile spiccare il volo e, perché no? sognare. Eccole spavalde per la sfida ad alta quota o, pensando al piazzamento finale, da Champions. Eppure, restando con i piedi per terra, sanno bene che cosa le aspetta: questo è soprattutto il derby. Che va oltre la classifica. Qui è e sarà sempre così. Prima, durante e dopo. Solo l’Olimpico, con il pubblico dimezzato, non offre più la cornice unica che ha spesso garantito lo spettacolo, a volte migliore di quello in campo. Perché solo i tifosi della Lazio saranno presenti. Hanno detto sì da tempo. Quelli della Roma, invece, hanno subito risposto no. Loro resteranno ancora fuori. E, proprio nella domenica del referendum, lo stadio diviso farà il giro del mondo. NON SOLO L’EUROPA Ma stavolta conta pure la classifica. Perché il derby della capitale è anche il big match del 15° turno. E, guardando il distacco di entrambe dalla Juve capolista, non bisogna frenare l’ambizione di Inzaghi e Spalletti. La lotta apertissima per il 2° posto, quello che porta direttamente inChampions, può introdurre allo step successivo, facendo cambiare l’obiettivo attuale (lo stesso del 15 maggio 2015, penultima giornata, con i giallorossi poi vincenti e quindi secondi). Il pomeriggio, insomma, può servire, se sfruttato come si deve (con i 3 punti), per annunciare la candidatura nella corsa scudetto: la Lazio quarta, con il suo allenatore al debutto, si lancerebbe a sorpresa, con il sorpasso, all’inseguimento dei campioni d’Italia; la Roma seconda, con il suo tecnico al 10° derby, si confermerebbe l’unica vera rivale dei bianconeri, di nuovo avanti 7 punti dopo il successo contro l’Atalanta.

Le assenze, ultima quella di Salah (ma nella lista dei 21 convocati entra Maro Rui: è la prima volta) , penalizzano più Spalletti che Inzaghi. Il miglior attacco della serie A, 33 gol, perde il realizzatore più efficace dopo il capocannoniere Dzeko. Ma se il tridente giallorosso non sarà lo stesso, non c’è la certezza che quello biancoceleste sia subito al completo. Nella Lazio c’è la possibilità di vedere, nel 4-3-3, Lulic alto a sinistra, con Milinkovic a centrocampo. Resterebbe fuori, per avere più equilibrio, Keitache sa fare la differenza anche in corsa. Ma la mossa è da valutare bene: sembra un azzardo lasciare fuori chi sta in forma. Nella Roma, invece, c’è l’ipotesi del tridente di scorta: Iturbe, simile a Salahnelle caratteristiche, ha la chance di tenere in vita il 4-2-3-1, con l’esclusione di uno tra Peres ed Emerson, utili sulle fasce per il 3-4-2-1 che, nella formula ibrida, può prevedere 4 o 5 difensori. In ballo rimane pure Totti che, battezzato ormai panchinaro, non si nega la speranza di essere schierato accanto a Dzeko nel 4-3-1-2. El Shaarawy, appena recuperato, parte dietro. L’adattamento a più sistemi di gioco, come ha spiegato Spalletti alla vigilia, non appartiene solo ai giallorossi. Pure Inzaghi passa dalla difesa a 3 a quella a 4, a seconda di chi ha di fronte e di chi ha a disposizione. La Lazio non ha più vinto il derby dal 26 maggio 2013, quando alzò la Coppa Italia, e la Roma si è invece aggiudicata gli ultimi 3 in campionato. Oggi alle 15, però, non conta il passato. In palio c’è solo il futuro.

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