Un tesoretto da 120 milioni per la Roma

Un tesoretto da 120 milioni per la Roma

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IL TEMPO (A. AUSTINI) – C’è una Roma sfruttata poco o nulla che vale 122 milioni di euro. La somma dei cartellini di Schick, Karsdorp, Pastore, Cristante e Coric fa capire il potenziale inesplorato dei giallorossi. Cinque uomini acquistati da Monchi in due estati, stone diverse, in alcuni casi opposte se paragoniamo Coric a Pastore, in ogni caso risorse per Di Francesco. Perché di loro si può dire tutto, sottolineare problemi e difetti, ma non che siano giocatori scarsi. L’emblema del vorrei ma (ancora) non posso sempre Schick. “Questa stagione non può essere importante per me. Deve esserlo” giurava il ceco ad agosto, ma l’avvio lo ha portato alla dura realtà: Dzeko, anche quando non segna, resta in campo e a lui rimangono le briciole perché di Francesco – difficile dargli torto – preferisce schierare a destra nel tridente degli esterni di ruolo.

Due sole gare da titolare finora, l’esperimento di un attacco a due con la coppia Dzeko-Schick naufragato amaramente a San Siro e subito accantonato, zero gol segnati, poche occasion per sbloccarsi e un paio di esecuzioni orribili al tiro (vedi Madrid) che lo hanno fano ripiombare nela depressione calcistica. L’unica rete stagionale l’ha firmata con la Repubblica Ceca e Di Francesco spera di ritrovarlo più sereno al rientro dal nuovo round in nazionale. D’altronde puntare su Schick è una sorta di obbligo: vista la formula intricata del suo acquisto, la Roma non può immaginare di cederlo prima di gennaio 2020 e nella peggiore delle ipotesi al momento neppure vagliata, dovrebbe girarlo in prestito.

Discorso simile per Karsdorp, uno dei pochi rimasti ad allenarsi in questi giorni a Trigoria. Pagato 19 milioni inclusi i bonus, dopo uno stop lungo più di un anno a causa di due ginocchia finite sotto i ferri, l’olandese fatica a ritrovare la sua completa forza fisica, caratteristica che lo aveva reso uno dei talenti più ambiti nel ruolo. E se a Karsdorp togli l’esuberanza atletica, diventa un giocatore normale, peraltro poco abituato a difendere. Ecco perché Di Francesco lo ha utilizzato finora solo 98 minuti, preferendo il più rodato Santon come alternativa a Florenzi. In più lo screzio tra l’allenatore e l’olandese dopo Roma-Chievo, con trbuna punitiva a Madrid, non ha certo favorito la crescita di Rick. A gennaio si traccerà una linea, per lui e per Coric, unico della rosa insieme ai portieri di risetva a non aver giocato neppure un minuto in stagione. Il tecnico lo ritiene un trequartista e gli ha chiesto di irrobustirsi in palestra. Altrimenti sarà dura sorpassare lo stesso Zaniolo, meno esparto ma dotato di quei centimetri decisivi per giocare nella nuova Roma di giganti. Li ha tutti Cristante, che ha accumulato 8 presenze su 10 gare. Solo 4, però da titolare, con un gol all’attivo, un’ottima prova in Champions col Plzen ma pure diverse prestazioni al di sotto della aspettative. Mancini l’ha lasciato a casa e ora Bryan deve sfruttare la sosta per studiare i compiti da mediano nel centrocampo a due. La svolta verso il 4-2-3-1 è stata pensata per esaltare le caratteristiche di Pastore, che si è fermato sul più bello. Gol di tacco e unfortunio, un altro gol di tacco e un altro infortunio, l’avventura dell’argentino è iniziata a singhiozzo ma alla ripresa con la Spal dovrebbe essere guarito, pronto a farsi restituire il posto da titolare a Pellegrini.

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