Le pagelle di Verona-Roma 1-1
De Sanctis 6 – Segue l’intero primo tempo seduto al bar e solo in occasione di quel doppio rimpallo che lo spiazza si rende conto di essere al Bentegodi. Nella ripresa benedice la spaccata di Torosidis sulla linea che gli evita di prendere un altro gol senza poter intervenire.
Florenzi 6,5 – Parte terzino e pronti via viene mal menato da Hallfredsson che lo affossa al 2′ minuto. Gioca da ala aggiunta proponendosi come ai bei tempi, ma sul più bello riceve un altra entrataccia ed è costretto ad alzare bandiera bianca.
Manolas 5,5 – C’era una volta il monolite marocchino, c’era una volta però anche il colosso greco, capace di annullare Tevez e Aguero nel giro di pochi giorni. Ecco quel baluardo ellenico ha lasciato spazio ad un fratello gemello che viene trascinato in campo dal diretto avversario e che non vince più un contrasto fisico.
Astori 5.5 – Ogni volta che il pallone si aggira dalle sue parti si levano migliaia di sospiri dei tifosi giallorossi. Ha le caratteristiche per contrastare Toni, che in alcuni momenti riesce addirittura a ridicolizzarlo.
Cole 6 – Un sei di stima per la carriera, ormai andata e evidentemente agli sgoccioli
Keita 7 – Gioca migliaia di palloni indietro, a destra, a sinistra, alcuni in profondità. Nel momento migliore della Roma detta legge in mezzo al campo, cala alla distanza.
Pjanic 5 – Impresentabile, scomparso, involuto, incapace di fare giocate utili alla squadra. Lo specchio della crisi della Roma è nelle prestazioni malinconiche di questo calciatore, lontano parente del Pjanic ammirato lo scorso anno.
Nainngolan 6,5 – Solita dose di cuore, corsa, carattere e grinta, nonostante qualche cilindro in meno nel motore, rispetto a qualche settimana fa, per una macchina che ha trascinato la squadra nei primi 5 mesi stagionali.
Ljajic 5,5 – La traversa ancora trema, una ricerca del pallone continua sulla tre quarti che soprattutto nella prima mezz’ora impreziosisce il forcing giallorosso. Poi solita sparizione nella ripresa, che denota ancora un necessario scatto di personalità da parte del serbo.
Gervinho 4,5 – Il mal d’Africa è evidente, la barricata avversaria idem e l’ivoriano, con il pensiero ancora ai recenti bagordi, non fa altro che fluttuare senza meta nella metà campo avversaria, sbattendo addosso al muro dell’Hellas. A tratti irritante.
Totti 6,5 – Ritrova il gol in campionato e soprattutto lo ritrova su azione, con un destro dei suoi, chirurgico, dalla distanza. Quei tiri dalla distanza che stanno facendo in parte la differenza tra Roma e Juve. Nella ripresa viene sostituito al 60′ e non gradisce, altra immagine del momento di tensione della Roma.
Torosidis 6,5 – Con un doppio miracolo dinanzi alla porta sguarnita consegna se stesso alla causa, immolandosi con la speranza di tornare a vincere. Una vana speranza purtroppo.
Doumbia 5,5 – Non giocava con continuità da due mesi abbondanti, mette insieme poco più di 130 minuti senza riuscire mai ad incidere. Leggasi Gervinho per la sbadataggine mentale, ma il fatto che Sabatini abbia già ammesso a distanza di tre giorni dalla presentazione ufficiale, che il suo acquisto è stato “per tempistiche e modalità” un errore di mercato, entra di diritto nel guinnes dei primati per i calciatori che rischiano di bruciarsi prima.
Verde sv – Perchè non prima?
Garcia 5 – Si vedono barlumi di vera Roma nella prima mezz’ora, si gioca finalmente con fiducia, con intelligenza, con cattiveria agonistica e si va in vantaggio. Poi le congiunture astrali negative si riaffacciano e nel giro di cinque minuti si sciupa quanto di buono fatto nel primo tempo. Il problema è che le partite durano 90 minuti e nella ripresa scende in campo la copia identica della peggior Roma dell’ultimo periodo, quella della crisi nera, nella quale anche l’allenatore francese è complice, per scelte tecniche, errori nelle sostituzioni, atteggiamento davanti ai microfoni e sguardi rassegnati
