Virtus Roma, giornata nera e sconfitta casalinga (87-92) contro la Reyer Venezia

Virtus Roma, giornata nera e sconfitta casalinga (87-92) contro la Reyer Venezia

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hosley184Acea Virtus Roma-Umana Reyer Venezia 87-92 (16-26, 41-48, 61-72)

Acea Virtus Roma: Goss 13, Jones 16, Tonolli ne, Righetti ne, D’Ercole 3, Taylor 20, Eziukwu, Hosley 20, Alviti, Baron 2, Moraschini 5, Mbakwe 8. All. Dalmonte

Umana Reyer Venezia: Peric 11, Zennaro, Rosselli, Linhart 5, Vitali 15, Taylor 17, Smith 32, Akele 4, Magro 2, Easley 6. All. Markovski

Quando i tuoi avversari disputano la miglior partita dell’anno, che coincide con la tua giornata più storta, non può che arrivare una delusione. Ecco spiegata la brutta sconfitta subita dalla Virtus nella prima gara del 2014. Venezia ha dominato la gara da metà primo quarto in poi, trovando in Smith un terminale offensivo devastante (32 punti con 9/15 da tre), riuscendo a contenere i rientri di Roma, mai realmente in grado di riaprire una gara che è stata persa per vari motivi. 92 punti subiti in casa sono troppi, figli di una difesa che ha fatto acqua da tutte le parti e che non ha consentito agli uomini di Dalmonte di sfruttare le loro armi migliori, il contropiede e la velocità. Hosley è stato ottimo in attacco ma non è stato capace di trovare una soluzione alla giornata di grazia di Smith, che si è visto marcare da almeno tre avversari diversi, nessuno i  grado di impensierirlo seriamente. Comunque nulla è compromesso, la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia era stata già messa in cassaforte. Ora Roma dovrà far tesoro di questa giornata negativa e ripartire in maniera convincente, così come stava dimostrando di esser in grado di fare in questo ultimo periodo.

La partita. Parte bene Roma, che al 6′ è avanti 10-4. Poi però Venezia inizia a stringere in difesa, bloccando l’attacco romano e trovando canestri in contropiede e al 9′ ribalta il punteggio provando la prima fuga (14-23). Alla prima sirena, il vantaggio è ancora aumentato (16-26). Nel secondo quarto la forbice si dilata. Al 13′ il tabellone recita 16-32, con la Virtus totalmente nel pallone. Qualcosa scatta nelle teste dei virtussini, che colpo su colpo rosicchiano punti alla Reyer, portandosi al 17′ sul 32-38. Il canestro a fil di sirena di Peric, viziato da un’ infrazione di passi di Vitali, manda le squadre al riposo sul 41-48. Smith è a quota 16.

Al rientro dagli spogliatoi, Goss sembra cambiare l’inerzia dell’incontro, tanto che al 23′ Roma torna sotto di 3 (47-50). E’ però un fuoco di paglia. Gli ospiti tornano a macinare gioco, a difendere bene e al 28′ scappa ancora l’Umana (49-62). Il vantaggio a fine quarto rimane lo stesso, grazie ad una tripla di tabellone di Vitali che vale il 61-72. Nell’ultimo quarto la partita è già chiusa, l’inerzia è tutta in mano agli ospiti. Si entra negli ultimi 3′ con l’ennesima tripla della serata di Smith, sul 69-83. Nell’ultimo minuto Venezia molla un po’ la presa, l’Acea trova il canestro pesante di Moraschini, che sulla rimessa ruba la palla e consente a Jones il gioco da tre punti (85-89). Lo stesso Jones recupera il pallone ed offre a Taylor il canestro del -2 (87-89). Il Taylor veneziano però segna e subisce il fallo, converte il libero che manda i titoli di coda su di una gara che se la Virtus avesse interpretato da subito nella maniera giusta, sarebbe potuta finire tranquillamente in maniera opposta.

Questo il commento di coach Luca Dalmonte al termine della gara: «Non abbiamo rispettato quelle che sono le nostre condizioni per essere competitivi: se accettiamo che una squadra come Venezia segni 92 punti sul nostro campo o che 30 dei primi 48 punti siano punti “di corsa”, ovvero causati da un nostro mancato sacrificio difensivo – e credo che nel computo totale oltre il 50% dei loro punti sia figlio di transizione -, oppure ancora se prendiamo in attacco ciò che viene senza giocare come dobbiamo, allora ogni partita per noi è a rischio. E stasera ne abbiamo avuto la conferma.
Mi auguro che sia una sconfitta che ci serva da lezione, se non altro per ricordarci i motivi per cui siamo stati competitivi in passato. Con una profonda autocritica martedì dobbiamo valutare ciò che non possiamo permetterci e avere idee chiare per lavorare. E’ un pugno in faccia che ci teniamo, non dobbiamo far finta di niente e dobbiamo lavorare per trarre degli insegnamenti da questa battuta d’arresto
».

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