Virtus Roma, sprofondo giallorosso: umiliazione (101-72) ad Agrigento

Virtus Roma, sprofondo giallorosso: umiliazione (101-72) ad Agrigento

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Moncada Agrigento – Virtus Roma 101-72 (26-24, 51-45, 70-59)

Moncada Agrigento: Savoca 3, Cannon 11, Zugno 14, Evangelisti 12, Cuffaro 3, Magro, Williams 8, Ambrosin 14, Guariglia 13, Pepe 18, Lovisotto 5. All. Ciani.

Virtus Roma: Benetti 6, Basile 3, Maresca 6, Chessa 8, Donadoni, Baldasso 5, Lucarelli, Landi 11, Vedovato, Roberts 14, Thomas 19. All. Bechi.

Non si salva nessuno. Dopo la disfatta di mercoledì a Cagliari, fino a quel momento la peggior gara stagionale, arriva l’umiliazione in Sicilia, al termine di una prestazione per certi versi imbarazzante e per la Virtus Roma è davvero notte fonda. Mai quanto oggi i punti segnati dai giocatori sono statistica accessoria, dato che per alcuni arrivano solo all’inizio, per altri a giochi ormai chiusi. Thomas ne mette 19, praticamente tutti nel primo tempo, ma sarà ricordato soprattutto per le 6 palle perse e la non difesa su qualsiasi fortunato attaccante siciliano che si è visto la strada spianata verso il canestro. 14 e 9 rimbalzi per Roberts? Quasi casuali, perché il lungo americano oltre che ad essere evanescente è apparso stanco e davvero poco inserito negli schemi (?) romani. Oltre ad annotare i soliti numeri che vedono i due come migliori marcatori, c’è da evidenziare come sembrino totalmente avulsi da un contesto di squadra, con gli italiani a fare da contorno e, spesso, da spettatori di uno show decisamente vietato agli amanti della buona pallacanestro. Agrigento, di contro, la vince da squadra, costruendo di volta in volta azioni che fanno girare la testa alla Virtus, come testimoniano i 21 assist totali, trovando in momenti diversi della gara i protagonisti giusti per portare a casa un successo che la proietta nelle zone alte della classifica del Girone Ovest. All’inizio è il veterano Evangelisti (12) assieme a Zugno (14) a comandare l’attacco dei padroni di casa, poi i canestri che segnano definitivamente l’esito della partita li mette a bersaglio il romano Pepe, che dopo tre quarti di nulla si scatena realizzando 18 punti con 4 triple. Roma si sgretola perdendo 15 palloni, prendendo solo 27 rimbalzi a fronte dei 34 avversari, il tutto aggiunto a percentuali al tiro da brivido. Da due non si va oltre il 53% (19/36) mentre da tre il 26% (6/23) è figlio di scelte prese con poco spazio e, troppe volte, con zero fiducia. Dimostrato chiaramente che la colpa di questa situazione non era, solo, di Corbani, adesso per i giocatori gli alibi sono terminati ed è arrivato il momento di tirare fuori, sempre che possano, gli attributi. Bechi dovrà dal canto suo portare la propria esperienza al servizio di un situazione che sembra essere arrivata ad un punto di non ritorno, con lo spettro di una retrocessione che al momento sembra essere a poca distanza.

La partita. Il primo quarto sembra il festival della non difesa, così gli uomini di maggior talento offensivo riescono a regalare al pubblico giocate anche apprezzabili. Thomas per Roma ed Evangelisti e Zugno per i padroni di casa si rispondono a colpi di canestri e si procede sempre sul binario dell’equilibrio, tanto che il massimo vantaggio toccato da una squadra è di sole 2 lunghezze, le stesse (26-24) con le quali si va alla prima pausa. Nel secondo periodo arriva la prima fuga siciliana (40-30 al 14′), con la tripla realizzata da Evangelisti. Prova a rientrare Roma, con Landi che fa 2/2 dalla lunetta per il -4 (47-43) del 18′. Allunga nuovamente Agrigento, ma ancora dalla lunetta, stavolta Thomas, manda tutti alla pausa lunga sul 51-45.

Al rientro dagli spogliatoi, così come successo in Sardegna, la Virtus resta al palo per parecchi minuti, mentre i ragazzi di Ciani hanno gioco facile contro una difesa che definire statica è generoso. A metà frazione il divario è in abbondante doppia cifra (63-45), con due triple estemporanee di Roberts e Basile (63-51) a ridare un po’ di ossigeno agli ospiti. Non bastano comunque a spaventare Agrigento perché il quarto si chiude con i bianchi ancora in controllo (70-59). Nel quarto periodo, come detto, si scatena Pepe, che mette tre triple in fila scolpendo la parola fine, se mai ce ne fosse stato bisogno, sulle già flebili speranze di rimonta romane. Col passare dei minuti cresce la frustrazione ospite mentre Agrigento ha il tempo di far trovare attimi di gloria e canestri anche ai giovani della panchina, con la festa della Fortitudo che cozza decisamente col peggior momento di Roma da quando è in A2, troppo vicina in questo momento ad una Serie B mai vista realmente come un incubo sino alla sirena finale del Pala Moncada.

Questo il commento di coach Luca Bechi in conferenza stampa: “Prima di tutto complimenti ad Agrigento, una società con grande equilibrio che ha replicato il progetto con giocatori diversi mantenendo la stessa filosofia. Noi siamo lontani per intensità e qualità: abbiamo subìto le cose più semplici come la pressione difensiva, i rimbalzi d’attacco; proviamo a rimanere attaccati alla partita, torniamo a -10 in un attimo e poi andiamo di nuovo subito sotto. Dobbiamo imparare a trovare un’altra attitudine, abbiamo giocato due partite nelle quali magari non alla prima spallata, ma alla seconda sì, siamo andati a terra. Al di là dello scarto accumulato nel finale, quando ho voluto dare un messaggio alla squadra per far capire che siamo tutti coinvolti e che se non si fa bene si sta seduti, abbiamo giocato due partite simili tra Cagliari e oggi. Adesso siamo una squadra che deve assolutamente reagire, abbiamo avuto una settimana particolare con cambio allenatore e due trasferte ma ora basta, gli alibi sono finiti, c’è soltanto da lavorare in palestra perché dobbiamo uscire rapidamente da questa situazione. Personalmente io conosco solo la strada del lavoro duro quotidiano e da questo ripartiremo la prossima settimana. Dobbiamo cambiare faccia, atteggiamento, modo di lavorare, perché il rispetto e i risultati si guadagnano soltanto con i fatti”.

Fonte foto: Facebook Virtus Roma

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