Zaniolo, che succede? La Roma aspetta il ritorno al top del Predestinato

Zaniolo, che succede? La Roma aspetta il ritorno al top del Predestinato

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E allora che cosa succede a Zaniolo? Verità preconfezionate ovviamente non esistono. È normale che a 19 anni si abbia una flessione nel rendimento, visto l’utilizzo più o meno costante, ma il dato di fondo è un altro: proprio per le sue caratteristiche, Nicolò gradisce poco giocare sulla fascia. Il c.t. Mancini lo ha «battezzato» mezzala e lui si sente tale, anche perché crede che giocare spalle alle porta senza essere servito sulla corsa – cosa che lo potrebbe rendere devastante – non fa parte delle sue migliori qualità, senza contare l’attenzione spasmodica che deve mettere nel rincorrere gli esterni avversari. Tutto questo, poi, sembra ancor di più un paradosso, se si pensa che lo stesso Ranieri, al suo arrivo, aveva detto di volerlo vedere «in mezzo al campo» e non sulla fascia. Invece, prima per scelta e poi per necessità, quasi sempre Nicolò è stato «esiliato» sulla corsia destra, cosa che sta stupendo anche alcuni osservatori di club stranieri impegnati a seguire la Roma.

Ma c’è anche dell’altro. A Trigoria non fanno mistero che il «feeling» che Zaniolo aveva con Eusebio Di Francesco (anche fuori dal campo), con Ranieri deve ancora trovarlo. Così il ragazzo non sente intorno a sé quel clima di fiducia che c’era prima. Probabilmente poi, alla sua età, qualche commento feroce sui social di tifosi senza memoria e qualche allusione al rinnovo (compreso quello di Totti) lo ha fatto rimanere male, anche perché davvero i soldi sembrano essere il suo ultimo problema e la Roma lo sa. Il percorso, quindi, sembrerebbe delineato: rinnovo a giugno fino al 2024 (col contratto che passa da 270.000 a circa 2,5 milioni di euro, bonus compresi). Che cosa potrebbe frenare questo progetto? Nulla, se non una conferma di Ranieri senza chiarimenti sul futuro (ruolo e impiego) oppure la difficoltà nella cessione di quei giocatori deputati a rappresentare le prossime plusvalenze a bilancio, cioè Manolas, Under e Dzeko.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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