Roma-Chievo, Spalletti: “Vittoria obbligatoria col Chievo. Rinnovo? A fine anno faremo l’inventario....

Roma-Chievo, Spalletti: “Vittoria obbligatoria col Chievo. Rinnovo? A fine anno faremo l’inventario. Cerchiamo un centrocampista” (VIDEO)

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Ultima conferenza stampa dell’anno per Luciano Spalletti, alla vigilia della sfida di domani, alle 20.45 allo Stadio Olimpico, contro il Chievo, che chiuderà il 2016 romanista. Queste le parole dell’allenatore della Roma:

“Nura e Lobont proseguono la riabilitazione, Florenzi sta rispettando i tempi, aumentando i carichi di lavoro e si valuteranno di volta in volta le risposte, dipenderà dal suoi ginocchio. Paredes è 2-3 giorni che corre in campo ma quando esce gli da fastidio la caviglia, oggi riproveremo ma è difficile che sia a disposizione. Manolas ha un infortunio muscolare alla coscia destra. Totti, Nainggolan e De Rossi sono da valutare nell’allenamento di oggi”.

Come ha reagito il gruppo alla sconfitta di Torino?

“Ha reagito benissimo, sono sconfitte che fanno male, ma bisogna fare un’analisi obiettiva nello spogliatoio. Quello che da il via alla giornata dice: 3 minuti all’inizio, spogliatoio, palestra campo. Oppure, spogliatoio, palestra. Oppure, subito in campo. In questo caso abbiamo fatto solo spogliatoio, l’analisi è stata successiva ed è venuta fuori una cosa molto bella, con prese di coscienza della nostra situazione, senza buttar via tutto in cinque minuti. La sconfitta ci da fastidio, siamo 3 punti più lontani dalla Juve ma i ragazzi devono rimanere convinti, devono continuare ad avere autostima in quello che stiamo facendo. Se uno vede l’allenamento di ieri e descrive quello che è successo si rende conto dell’entusiasmo del gruppo, la voglia di trasformare la sconfitta in vittoria contro il Chievo”.

Cosa si aspetta dalla Roma domani?

“Mi fa piacere evidenziare il buon lavoro di Maran, una persona di sostanza, un allenatore da capo di quelli veri e si vede da come gioca la squadra, con molti giocatori intorno alla palla e fuorigioco alto. Meggiorini, Pellissier, Birsa, Inglese sono giocatori fortissimi, se fai possesso palla di bassa qualità loro ti saltano addosso e rischi molto. Ma dobbiamo essere in grado di vincere la partita, appena mi domandano del contratto analizzeremo meglio la situazione”.

Ripartiamo dal contratto…

“Da dove ripartiamo, da quello che ho detto venti giorni fa? Il vostro collega l’ha riportata bene, poi non so cosa abbia detto quando interviene in radio. Io ho l’imposizione di vincere perché alleno una grande squadra, ma ad un certo punto devo fare l’inventario. La squadra mi segue, è in grado di dare il giusto risultato per come lavora, per come è composta? Ora si arriva a dicembre e si fa l’analisi di questi sei mesi o dell’annata e in confronto alle migliori squadre europee, nelle trentasei partite, abbiamo fatto 81 punti. Si vede che siamo nella media, se non sopra, rispetto alle big. A fine anno si rifà nuovamente l’analisi, dobbiamo vincere assolutamente la gara col Chievo, che diventa fondamentale per noi, quindi l’analisi si fa dopo la gara. Ad ora, a questi ragazzi dobbiamo fare i complimenti, sono orgoglioso di loro. E’ chiaro che alcuni risultati non ci piacciono ma loro lavorano bene, poi a fine anno faremo le nostre valutazioni, qual è la cosa scandalosa? In altra maniera, visto che non ho detto nulla facciamo cinque anni di contratto? Mi sembra scorretto, io sono abituato a fare risultati, come voi che scrivete cercando un risultato. Voi scrivete solo per i vostri interessi e comodità? Mi auguro non sia così”.

Mario Rui può giocare? Gerson?

“Mario Rui ancora non è pronto per giocare, sta lavorando bene per tornare ai suoi livelli, ma ancora non può giocare. Gerson lo avete preso di mira per la sconfitta di Torino, ma ha un quindicesimo di responsabilità, non capisco cosa c’entra lui, poi me lo spiegate meglio. Il suo ruolo? Centrocampista offensivo, giocatore di fascia come contro la Juve, non ha concesso un cross al suo avversario. Mi sarei aspettato questa guerra se Alex Sandro avesse fatto giocate importanti, se non fosse cambiato il risultato e non avesse prese il giallo lo avrei lasciato dentro. La colpa casomai è mia, non lo citate per distruggerlo, ci avevate già provato con Emerson e lui si è tirato fuori, date la colpa a me che mi sta bene”.

Le parole di Szczesny dicono che la Roma è sembrata una squadra di ragazzini

“In alcuni momenti abbiamo fatto vedere di essere ragazzini, come a Cagliari, non puoi lasciare quei punti li. Oppure sul finale di Bergamo, visto che avevamo dimostrato gioco e personalità nel primo tempo. Quello che è venuto fuori nell’analisi di domenica poi, i troppi punti persi per strada, non dobbiamo perdere punti domani sera. Perdere con la Juve ci sta, a seconda di come perdi e noi lo abbiamo fatto in maniera degna, mordendo alti e provando a soffocarli, poi è chiaro che ti sbilanci un po’ e rischi, ma la squadra si è comportata bene. I ragazzini è riferito alle gare precedenti, dobbiamo fare risultati soprattutto con le squadre che sono inferiori al nostro potenziale e poi fare grandi risultati, come abbiamo già fatto”.

El Shaarawy e Perotti non vogliono giocare a destra? 

“Si loro si trovano meglio dall’altra parte. Bisogna fare un po’ di opera di convinzione, dall’altra parte non hanno mai giocato. La mia scelta è dipesa dal ruolo che ho e poi dal fatto che avevo dei giocatori mezzi e mezzi che non avrebbero finito la gara. Peres aveva solo un quarto d’ora, Salah neanche un tempo, Gerson è bravissimo a reggere la palla addosso, ha fisico, in futuro se impara a perdere qualche palla in meno potrebbe essere uno dei giocatori davanti alla difesa, come Pizarro. E’ meno leggero se perde una palla li piuttosto che da trequartista”.

Si avvicina il mercato con tante voci, di cosa ha bisogno la Roma?

“Nell’inventario di cui parlavamo prima sentiremo i giocatori, se c’è qualcuno che vuole andare via, chi ha giocato poco magari è scontento, per evitare che la gestione diventi un problema. Visto quello che ci è successo, un centrocampista potremmo farlo, per il resto siamo abbastanza tranquilli, non faremo scelte strane”.

Che tempi ci sono per sapere se Spalletti resterà alla Roma?

“Febbraio, Marzo, parlerò con la società per vedere che elementi avremo a disposizione. Quando sono andato via avevo due anni di contratto, perché voi e la dirigenza pensavano si potesse far meglio. Allo Zenit ho chiesto se avevano notizie della Roma, non mi hanno saputo dire niente. Sono tornato e voi siete sempre qui, Luis Enrique vince col Barcellona, Ranieri in Inghilterra e voi eravate qui a massacrarli. Voi restate, loro vincono. Ogni lavoro ha degli obiettivi riconosciuti”.

Molte similitudini tra Spalletti e Sarri, ma c’è una differenza: lui non cambia mai modulo, la Roma si.

“Prima ero un po’ più da quella parte li, poi sono cambiato ma lo si può fare piano piano, quando sei addosso alla squadra. Le caratteristiche dei giocatori diventano importanti, bisogna convincerli a cambiare. Lui è molto bravo, la prossima domanda sarà se lui ha parlato bene di noi, io ogni volta che penso Sarri immagino il gioco del Napoli, al momento è il migliore. Quando il segnale è così limpido si riconosce quello che tu fai, ma se sei ripetitivo rischi che ti trovino difetti e ti limitino, ma lui mette tutto in considerazione. Io ora mi sono più ammorbidito, sono andato a vedere qualche situazione tattica, Ho iniziato con la difesa a quattro, poi ci ho messo il quinto che però non ho avuto quasi mai a disposizione, non avendo i doppioni classici in ogni ruolo ho dovuto cambiare. Quello di Sarri è un marchio più definito, metterà in difficoltà anche il Real Madrid e io lo apprezzo e lo stimo, nonostante quello che ha detto. Se non vinco nulla a fine anno firmo per altri cinque anni”.

La roma è arrivata otto volte seconda dopo l’ultimo scudetto del 2001. Perché non si vince?

“Tutti quelli che hanno lavorato alla Roma sono stati bravi, ora che siamo li dobbiamo fare qualcosa di più, tenere l’asta più alta, i giocatori devono migliorarsi sempre, accettare le dure considerazioni dei risultati e dei lavori che hai fatto. In Italia manca la professionalità in molti campi, i giocatori devono essere educati a essere condizionati nella vita dalla professione che fanno, poi magari in fondo c’è qualcuno più bravo. E’ difficile quando gli altri sono perfetti, ma eccetto qualche risultato noi abbiamo fatto un lavoro molto dignitoso, ma questo si potrà sottolineare dopo il Chievo”.

Lei vuole vincere ad ogni costo, il secondo posto che tipo di stimolo rappresenta? Lei valuterà la classifica o il lavoro?

“Si valuta tutto, posizione in classifica, crescita o peggioramento dei calciatori, come si relaziona la squadra con l’allenatore e come si vuole rincorrere il punto d’arrivo, parlando il più possibile e ci si rende tutti conto di quello che è il lavoro”.

Si aspetta di più da El Shaarawy? Domani gioca Vermaelen?

“Stephan sta giocando con un problema all’adduttore, è un ragazzo straordinario. Ci sono piazzole che gli piacciono di più, lui vuole la palla sui piedi sull’esterno, se gli fai fare quello che fa Insigne al Napoli gli piace meno. Se gliela incominci a buttare addosso quando sei pressato vedrai che ti ritorna, deve migliorare da un punto di vista di lotta, ma se tira in porta quando rientra sul destro fa vedere la sua qualità, se usa il sinistro un po’ meno. A destra dovrebbe andare per il cross, cosa che mi stimola molto, se n’è cominciato a parlare visto che abbiamo una prima punta forte fisicamente. Quando entri in campo puoi giocare il taglio o il passante per la punta, mentre se vai sul fondo è sempre un cross ad uscire che è un vantaggio per il difensore, la palla che va verso la porta è molto pericoloso per un qualsiasi episodio, anche con una deviazione minima. Vermaelen si può giocare”.

“Ho portato il mio vino, prendete una bottiglia sola che costa caro, poi chi vuole lo compra, l’ho chiamato “Bordocampo” dedicandolo a Cherubini. Domani ricordatevi il Toys Day, portiamo un giocattolo per i bambini più disagiati”.

 

 

 

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