¡Esto es inadmisible!

¡Esto es inadmisible!

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Lo slogan degli indignados che a maggio hanno occupato le piazze spagnole da questa sera diventa anche quello dei tifosi della Roma. Contro una squadra come il Milan si può anche perdere, ma è inaccettabile il modo in cui la sconfitta è maturata. La Roma ha giocato anche discretamente e ha saputo mettere in seria difficoltà i rossoneri, costringendo un Abbiati bravo e fortunato agli straordinari. La fase offensiva sta migliorando partita dopo partita, ma quella difensiva dov’è?
Il gol di Kucka avrebbe dovuto rappresentare una severa lezione ad una Roma talmente improntata sul gioco offensivo da dimenticarsi completamente della fase difensiva. Ci si aspettava molta più attenzione negli schemi difensivi, specialmente su palla in attiva, e invece la Roma è riuscita a fare molto peggio. Sul primo gol del match, Juan si perde Ibrahimovic; sul gol di Nesta, De Rossi e Cassetti non seguono il difensore del Milan e finiscono per farsi blocco a vicenda; infine, sul secondo gol di Ibrahimovic, è inconcepibile vedere Cassano libero di ricevere palla rasoterra all’interno dell’area, girarsi e servire all’indietro Aquilani su cui Burdisso prova a chiudere col solo effetto di lasciare lo svedese libero di colpire senza neanche saltare.  E queste sono solo le note dolenti su palla inattiva. La Roma soffre troppo in difesa in generale, e forse a questo dovremo abituarci proprio a causa della natura offensiva del gioco di Luis Enrique. Rischiare va bene, ma è sempre meglio farlo in maniera da farsi trovare preparati. Cosa che quest’oggi non è successa, con un Juan non al meglio e un Cassetti in una forma tale da spiegare chiaramente perché Simone Perrotta viene impiegato da terzino. Il ruolo di terzino destro è proprio quello dove la Roma è  più carente, nonostante l’abbondanza numerica dei giocatori in rosa. Forse nessuno dei terzini destri della Roma può rappresentare un perno per il progetto/idea che è appena iniziato. Per questo a gennaio proprio lì vedremo le prime novità, ma intanto bisogna risolvere i problemi attuali.
Errare è umano, perseverare è diabolico: urge una soluzione. Qualcuno vuole già la testa di Luis Enrique, ora per il tecnico le cose si fanno decisamente più difficili. La fiducia della società c’è, così come quella della maggior parte della tifoseria, un esonero sarebbe un suicidio. La squadra, composta da tantissimi giovani, sta imparando dall’asturiano e un cambio tecnico potrebbe anche far smarrire tanti dei nuovi giocatori che si stanno affermando in questo inizio di stagione. Luis Enrique è e deve restare l’allenatore della Roma, ma ha l’obbligo di adeguarsi al calcio italiano, cercando di capire che qui non siamo in Spagna, dove la fase difensiva viene decisamente trascurata da molte squadre. E soprattutto, e questo credo che accada in tutto il mondo, in genere in allenamento si provano gli schemi difensivi sui calci piazzati. Bisogna raddoppiare gli sforzi, Luis Enrique ha dimostrato di sapersi adeguare al calcio italiano e alle idee dei suoi, aumentando le possibilità di verticalizzare a partire dalla gara con l’Atalanta (mossa decisamente vincente), ora deve evitare che la squadra commetta ancora queste disattenzioni inaccettabili. ¡Más trabajo y más sudor!

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