A Gago le chiavi del centrocampo

A Gago le chiavi del centrocampo

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IL ROMANISTA – La vera domanda di questi primi mesi della nuova Roma è come sia possibile che Josè Mourinho si possa essere privato della qualità e dell’intelligenza calcistica diFernando Gago, che oggi, assente De Rossi e malconcio Pjanic, dovrà reggere il peso del centrocampo giallorosso.

Piedi, testa, grinta, interpretazione della partita: l’argentino è arrivato a Trigoria in punta di piedi. In mezzo a tanti acquisti, il suo sbarco in prestito nella Capitale era passato quasi inosservato. (…)  Un altro forse, non Fernando, uno che alle parole preferisce i fatti. Quelli che ha cominciato a fare in campo da subito. E così, poco a poco, ha conquistato tutti. Tifosi compresi. Per non parlare di Luis Enrique, che ci ha messo davvero poco a capire che l’argentino poteva essere l’uomo perfetto per quella intercambiabilità di ruoli che il suo gioco prevede, che ne è uno dei fondamenti. L’esempio più chiaro c’è stato nella partita con il Lecce, vinta con un punteggio striminzito, ma che è stata forse la prima vera Roma “Luisenriquiana” dell’anno. Lì, in quella occasione, De Rossi e Fernando si cambiarono di posto di continuo. Poi, di occasioni per rifarlo non ne hanno avute più tante, per colpa degli infortuni prima del’uno e poi dell’altro.

Daniele dal suo non è ancora rientrato, ma Gago ha sopperito egregiamente alla sua assenza, caricandosi sulle spalle il peso del centrocampo e del ruolo più delicato della squadra: quello di diga davanti alla difesa. Anche contro il Bologna, anche in una partita storta di buona parte della Roma, Fernando se l’è cavata egregiamente. Come quasi sempre, come in quasi tutte le 15 presenze fin qui collezionate in campionato (con un gol, proprio contro il Lecce). Questa sera sarà la numero 16. Tecnica, genio, concretezza, concentrazione, insieme fanno un mix a cui non manca nulla. Che quando è la serata giusta è un incanto. E Fernando la serata giusta non la fa capitare per caso. Ci lavora su, fatica, suda, per cercare la perfezione, come quando in campo si sbraccia se vede che i compagni non riescono a mettere in pratica i dettami diLuis Enrique. Lavoro, lavoro e lavoro, come ha detto lunedì dopo il passo falso col Bologna attraverso Facebook: «Ci stiamo allenando duramente. Abbiamo bisogno di tornare più forti ». Da subito. Da stasera

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