Allenatori a confronto. Zeman vs Stramaccioni, nel segno del 4-3-3

Allenatori a confronto. Zeman vs Stramaccioni, nel segno del 4-3-3

SHARE

Ha l’età del Capitano, è cresciuto professionalmente nelle giovanili della Roma, ed è uno dei pochi laureati del calcio. Da calciatore la sua carriera si è interrotta prima di cominciare, per colpa di un grave infortunio rimediato nella stagione 1994-95, quando era uno dei tesserati del Bologna che militava in C1, guidato da Renzo Ulivieri. Così, mentre il sogno di Strama di diventare un grande difensore si spezzava, Zdenek Zeman iniziava la sua avventura romana, ma dalla sponda opposta del Tevere, dopo aver ‘creato’ Zemanlandia a Foggia. Il Boemo avrebbe chiuso la stagione al secondo posto, Strama aveva smesso di sognare. Forse il destino non gli aveva destinato una vita all’interno del rettangolo verde, ma lo vedeva meglio a bordocampo, a strillare ai suoi ragazzi. La sua carriera è quella di un predestinato: il tecnico romano, mentre studia per laurearsi, conquista le giovanili della Roma, che abbandona solo all’inizio della scorsa stagione, perché la sua scalata verso la Primavera a Trigoria è chiusa da una delle certezze del settore giovanile giallorosso: Alberto De Rossi. Così si trasferisce alla Pinetina, per guidare l’Inter Primavera. Il resto è storia contemporanea, con l’ingresso in panchina al posto di Ranieri e la conquista dei preliminari di Europa League grazie all’ottimo gioco mostrato dai suoi. E’ il più giovane allenatore della serie A, e sembra destinato a restarci a lungo.

FILOSOFIE A CONFRONTO. Zeman vuole imporre il suo gioco in ogni campo, Stramaccioni studia da sempre gli avversari in modo maniacale, forte anche della sua esperienza passata come osservatore del Crotone. Uno è forte della sua filosofia, che non è disposto a cambiare, l’altro anche ama praticare il bel calcio, un gioco offensivo, ma plasma la sua squadra a seconda delle caratteristiche di chi gli si trova di fronte. I terzini del tecnico romano amano spingere, forti della copertura dei 3 mediani, sempre pronti a chiudere i buchi lasciati sulle fasce; proprio come i terzini del Boemo, che si proiettano spesso e volentieri in avanti, ma nella Roma la fase difensiva è affidata soprattutto ai due centrali. Nella linea mediana Strama vuole dei classici mediani, ma dai piedi buoni, per far ripartire velocemente l’azione: per questo ha spinto molto per avere Gargano nell’ultima campagna acquisti. Uno dei centrocampisti deve sempre accompagnare l’azione, inserendosi nell’area avversaria: questo compito tocca a Guarin, che si troverà spesso di fronte De Rossi, impegato dal Boemo a copertura della difesa. Zeman non ha mai avuto schemi al di fuori del 4-3-3, che come dice lui “è il migliore per coprire tutte le zone del campo”, il tecnico romano, invece, può giocare con la difesa a 3 o a 4, ma il suo punto fermo sarà sempre il tridente, composto da due uomini di fantasia sulle fasce, più un centravanti classico, un bomber che deve sfruttare ogni occasione che gli si propone. Così nascono i vari Piscitella e Caprari dal settore giovanile romanista, e così impiega ad oggi Snejder e Cassano, larghi sulla fascia per allargare la difesa avversaria, pronti a tagliare verso l’area per raccogliere l’assist sul secondo palo, o saltare l’uomo per servire un facile assist al Milito di turno.

Sarà una sfida, in ogni caso, affascinante, da consigliare agli amanti del bel calcio, carica di sofferenze per i tifosi coinvolti sentimentalmente, che vedrà di fronte chi sta scrivendo la storia del calcio e chi la scriverà con ogni probabilità, due che hanno la Roma nel destino, che magari Stramaccioni ritroverà nel prossimo dopo Zeman.

NO COMMENTS

Comments are closed.