Bojan: “Sono di nuovo felice grazie al calcio. Totti è impressionante”

Bojan: “Sono di nuovo felice grazie al calcio. Totti è impressionante”

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Bojan Krkic, a Roma, ha ritrovato il gol e il sorriso. L’attaccante di Linyola si è confessato apertamente al quotidiano catalano Sport, ammettendo di essersi lasciato alle spalle un periodo molto difficile: “Mi sento sempre meglio e mi sto abituando sempre più alla mia nuova vita. Non è stato semplice, perché è la prima volta che mi allontano da casa, e ho radici profonde con la Catalogna: da Linyola a Barcellona, passando per Bellpuig e Mollerussa. Però il motivo fondante per cui sono venuto qui è il calcio”. Già, proprio il calcio che gli ha ridato il sorriso: “Adesso va tutto bene, e non solo perché gioco o per il primo gol. Il motivo principale è che finalmente mi sento importante dopo tanto tempo”. E non solo: “Finalmente ho ritrovato la gioia di allenarmi duramente, perché sono di nuovo cosciente che il duro lavoro porterà risultati. E se c’è la fiducia del mister, allora c’è tutto per poter essere felici. Mi mancava tutto questo. Praticamente, sto riscoprendo la gioia di essere un calciatore”. La sua conferenza stampa di commiato dal Barcellona fu particolarmente commovente, e soprattutto spontanea, come ammette lo stesso Bojan: “Non c’era nulla di premeditato. Semplicemente, con la dirigenza avevamo deciso che, dopo tanti anni, non potevo salutare il club con un semplice comunicato. Il Barça lo porto dentro, e in quella conferenza stampa tirai fuori tutto quello che avevo nel cuore. Tutto quello che dissi erano i miei veri sentimenti, nel bene e nel male. Avevo cose importanti da dire a tutto l’ambiente e ai tifosi: sono un culé e sempre lo sarò”. La malinconia è tanta, ma Bojan non cancellerebbe nulla: “Neanche i momenti più negativi. Ho sempre detto che è difficile superarli, ma una volta che ce la fai trovi la forza e la maturità di affrontare tutte le difficoltà della vita”. Già, perché la vita non è rose e fiori: “Nelle giovanili vincevo sempre: gol e successi, mai un momento negativo. Era decisamente irreale, e in fondo avevo bisogno di conoscere la vita vera. Questi momenti negativi mi hanno fatto maturare, mia madre dice che a 21 anni ho affrontato avversità che lei ha incontrato dopo i 30”.
Bojan torna a parlare del Barça, ricordando il motivo per il quale ha scelto di cambiare aria: “Giocare in quella squadra è straordinario. Si fa parte di una squadra eccezionale e con una storia gloriosa, e poi ero a casa mia. Ma sono un calciatore, e ho bisogno di giocare: nell’ultima stagione era tutto meraviglioso, ma la panchina no…”. Su Guardiola Bojan ammette di non poter avere la stessa opinione come calciatore e come socio del Barcellona: “Pep è il più grande allenatore della storia del club. Ha vinto tutto, partendo da un momento difficile, e ora il club grazie a lui è il più stimato nel mondo. Ma da calciatore, non posso negare di essermi sentito un po’ bistrattato, perché meritavo più spazio: se avessi giocato con continuità mi sarei sprecato in elogi, anche se ora certo non posso criticarlo”.
L’attaccante spagnolo di origine serba ricorda anche il momento in cui venne chiuso il suo trasferimento alla Roma: “Mi chiamarono i miei, felicissimi perché sapevano che sarei tornato a sorridere. Però notarono anche una certa malinconia in me: ero felice, ma al tempo stesso triste all’idea di lasciare dopo 12 anni il Barcellona. Non avrei mai pensato di lasciare il club e un po’ l’ho sofferto, ma qui a Roma la società e i tifosi mi stanno facendo sentire sempre meglio”. Un po’ di malinconia, però, resta, perché al Barcellona Bojan ha lasciato tanti amici: “Quattro anni in uno spogliatoio sono tanti. Ho lasciato tanti amici straordinari, con cui ho passato momenti indimenticabili: da Victor Valdés a Piqué, da Xavi a Puyol…e soprattutto Iniesta, con cui mi sento spesso. Andrès mi chiede sempre come va qui a Roma, e io gli chiedo sempre di sua figlia. Ci mandiamo messaggi ogni settimana. E quando li vedo in televisione, ho la sensazione di rivederli a breve. Mi mancano tanto, ci sono molto affezionato”. Non solo, Bojan aggiunge: “Nel Camp Nou ho riso e pianto, e quando ho lasciato il club ho pensato che non avrei mai visto nessuna partita per non sentirmi troppo triste. Poi però non ho potuto evitare di vedere la sfida al Real Madrid in Supercoppa, e lo stesso è successo con tutti gli altri impegni della squadra. Sono un tifoso e voglio che vincano, sono loro amico e sono pazzo per il loro gioco. Era bello giocare con loro, ma adesso che li vedo dall’esterno mi rendo conto del privilegio che ho avuto nel poter essere in quella squadra e nell’essere stato importante per loro”. Sul futuro: “Può succedere di tutto. Ora devo pensare a giocare e ritrovare la felicità. Poi vedremo cosa succederà con il riscatto a favore del Barcellona e il controriscatto a favore della Roma: potrei anche fallire ed essere ceduto ad un’altra squadra, non si può sapere. Nella vita può succedere di tutto: anche che una situazione che può sembrarti uno schifo, diventi il più grande regalo”.
Passando dal Barcellona alla Roma, Bojan ha parole d’elogio per tutto l’ambiente: “Dopo aver vestito la stessa maglia per 12 anni, mi è sembrato strano indossare quella della Roma. Ora però difendo nuovi colori e sono felice di essere a contatto con una tifoseria come quella giallorossa”. La cosa che più ha impressionato il giovane attaccante, guarda caso, è giocare con Totti: “Un fenomeno, impressionante. A 35 anni è ancora importantissimo, e mi ha spiegato qualche giorno fa che arrivò alla Roma nel 1989, prima che io nascessi! Debuttò molto presto e divenne in breve tempo un giocatore fondamentale, grazie alle sue prestazioni e ai suoi gol. La gente gli vuole un bene incredibile”. Bojan non esita a fare esempi: “Quando scendiamo in campo per il riscaldamento, il primo coro è sempre per lui. Da parecchi anni non può passeggiare per il centro di Roma, la gente ama lui allo stesso modo in cui ama la squadra. A Roma c’è un calore particolare, l’ho notato anch’io, c’è gente che mi ha ringraziato dal momento in cui ho scelto di venire qui. Francesco, poi, è il leader dello spogliatoio, e me ne sono reso conto subito: non è uno qualunque, è una persona e un calciatore speciale”. Sugli attriti tra Totti e Luis Enrique, all’inizio dell’avventura dell’asturiano sulla panchina della Roma, Bojan afferma che “è normale, quando inizia un progetto totalmente nuovo, che ci siano dei meccanisimi da assemblare”.
Sulla sua avventura in giallorosso Bojan dichiara: “Ho passato tre partite in panchina anche se nel precampionato sono andato abbastanza bene. Sono sempre rimasto sereno, sapevo che non erano fantasmi del passato che tornavano. Luis Enrique vuole impostare un gioco che mi favorisce molto, ma è anche vero che il campionato italiano è molto particolare e l’adattamento non è facile né immediato. Poi con l’Atalanta mi ha fatto giocare titolare, ho giocato bene e ho segnato. Piano piano, mi sto adattando bene”. I nuovi acquisti del Barcellona fanno fatica ad adattarsi: succede sempre così quando un giocatore cambia squadra? “Secondo me sì, è normale. Poi il campionato italiano è molto particolare: più tattico, più chiuso, più organizzato e ci vuole sempre tempo”. Sul primo gol in giallorosso, quando gli chiedono se aveva bisogno di segnarlo, Bojan risponde: “Ho sempre bisogno di segnare. Poi, quello all’Atalanta è stato particolare perché l’ho sentito come una liberazione, l’ho realizzato sotto la Curva Sud e sotto gli occhi dei miei amici di Olot, che erano venuti a vedermi. Quando segni, ti senti l’uomo più felice del mondo, non saprei spiegarlo. Se il gol è come un orgasmo? Be’, alcuni sì, e quello dell’altra settimana lo era”. Sull’avventura in giallorosso Bojan afferma: “Non la vedo come un esame, ma come un’opportunità per maturare, imparare e superare le avversità. Mi servirà per crescere come calciatore e come persona. Il ruolo nella squadra me lo devo creare io, guadagnandomi un posto importante. La prima cosa però è trovarsi bene col resto dei compagni per iniziare insieme questo nuovo percorso”. Su Luis Enrique: “La sua filosofia sta entrando prepotentemente nel calcio italiano. Abbiamo ottenuto due vittorie consecutive e, anche se non sembra, Luis Enrique sta ottenendo un certo successo in Italia. Qui non sono abituati a un gioco del genere e non è semplice cambiare la mentalità, ma l’allenatore ci sta riuscendo. Non dobbiamo dimenticare che siamo solo all’inizio del progetto”. Sul derby: “Tutti parlano di questa partita e tutti ti chiedono di vincerlo. Qui è più del Barça-Real Madrid o di un derby in Spagna, perché lo stadio è condiviso dai due club, è più intenso e spettacolare. Ho visto alcuni video e ve lo posso assicurare. Ho molta voglia di scendere in campo: resta sempre una partita da tre punti come tutte le altre, ma mi piacerebbe tantissimo poter dire di aver vissuto il derby di Roma”.

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