De Rossi e la Roma, Baldini: “Il rinnovo farà discutere”

De Rossi e la Roma, Baldini: “Il rinnovo farà discutere”

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GAZZETTA DELLO SPORT – M. CECCHINI – Stavolta l’euforia sembra svaporata. Niente entusiasmo da nuovo corso, niente tuffi nell’acqua gelida secondo il «Pallotta style». Nel giorno in cui l’assemblea societaria della Roma delibera un aumento di capitale di (massimo) 80 milioni il presidente Tom DiBenedetto si aggira nella sala e stringe qualche mano, ma sembra aver contratto la sindrome del marziano narrato da Flaiano: dopo la grande curiosità è arrivata la semi-indifferenza. Non a caso un socio sussurra: «A giugno Pallotta sarà presidente». Nell’attesa, il Cda accoglie i manager Klein e Pannes, al posto di Ruane e D’Amore, due dei 4 soci della cordata Usa.

Spaccatura su De Rossi A rubare la scena, però, è il caso De Rossi, visto che (a sorpresa) diversi soci dissentono da un rinnovo «monstre». E allora tocca aBaldini intervenire: «Le vostre perplessità sono state considerate. È una partita aperta e non sono per niente pressato dalla scadenza di gennaio. La decisione finale lascerà il campo aperto a tante interpretazioni di cui mi assumerò la completa responsabilità». Traduzione: il rinnovo è sicuro, ma dal giorno della firma – causa clausola rescissoria – comincerà il toto-futuro sull’azzurro. Pillole del resto. «Salary cap? Lega troppo divisa. Se vogliamo fare una squadra forte, non si può prevedere un tetto, non possiamo precluderci un campione. Luis Enrique comunica male? Io lo trovo fantastico. È dura accettare un messaggio positivo dopo un k.o. ma lui sta costruendo una identità e per me siamo al di là di ciò che pensavo».

Slittamento Capitolo conti. La ricapitalizzazione sarà in tre tranche, con la prima (di 50 milioni) a scadenza entro il 31 maggio. I restanti 30 saranno utilizzati (totalmente o parzialmente) solo se i bilanci 2012 o 2013 saranno negativi e/o lo saranno il cash flow 2013 e 2015. Il termine dell’eventuale finanziamento (60% in quota Usa e il restante a UniCredit) al 30 giugno 2015, cioè due anni dopo di quanto prima stabilito. Perciò, se il bilancio sarà in pareggio la Roma procederà nel modo antico: con l’autofinanziamento. Detto che per il primo aumento di capitale i soci avranno uno sconto del 30% sul valore delle azioni, la maggioranza coprirà l’inoptato e non è prevista l’uscita dalla Borsa, gli a.d. Pannes e Fenucci si spiegano così. «Le quote dei soci nella controllante LLC? Le cose possono cambiare, per questo cerchiamo investitori sia su base geografica che di competenza», dice Pannes. E Fenucci: «Chiuderemo a giugno con un meno 10 milioni, dovuto all’uscita dalle Coppe e al saldo negativo del mercato per 40 milioni. Per due anni non si abbasserà il monte stipendi. Vogliamo una squadra vincente, i ricavi e il valore del marchio sono legati ai risultati. Entrare in Champions per noi significa un +30% dei ricavi». Titoli di coda per DiBenedetto che chiacchiera con i soci: «Dobbiamo essere fiduciosi. Il progetto è appena all’inizio».

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