De Rossi e Totti, testa e croce

De Rossi e Totti, testa e croce

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IL MESSAGGERO – A. ANGELONI – Per Francesco Totti poteva quasi essere il rientro perfetto: torna titolare, regala l’assist a De Rossi, qualche giocata delle sue, infine il gol della vittoria inflitto all’amico fraterno Buffon per la vittoria che, contro la Juve, manca dall’8 febbraio 2004, dal «ne hai presi 4, stai zitto e vai a casa» detto proprio dal capitano allo juventino Tudor. Lo sognava così il rientro e quasi quasi così stava per andare. Invece manca un pezzo, quello decisivo, l’acuto che ti rende (ancora) campione: quel dischetto maledetto, quel primo gol stagionale che non arriva per colpa stavolta del portiere della Juve (…)

Totti e Buffon, del resto, è una storia di amicizia e gol: nove reti segnate da Francesco all’amico Gigi in questi anni. «Mi dispiace averglielo parato, ma lo dico solo perché gli voglio bene, è chiaro che alla fine sono contento», le parole di Buffon, che ha poi rivelato: «Conoscendolo, pensavo volesse farmi il cucchiaio. Appena ho capito che non era così, in un lampo ho deciso dove buttarmi… Questione di fortuna». Proprio la fortuna in questo periodo non accompagna Totti, a secco fin ora, lui che ha segnato 207 gol in A con la maglia della Roma. Roma-Juve è l’immagine di Totti, il capitano deluso, dispiaciuto e quella del vice, Daniele De Rossi, che ormai vive con la testa rivolta verso le stelle, forte del suo essere tutto. Se lo mettessero in porta, saprebbe pure parare. Questo viene scontato pensare. E molti lo pensano. Francesco e Daniele, due facce della stessa medaglia, le due metà dello stesso cuore, dedicato da sempre alla Roma. Totti rientra, se la cava ma sbaglia il rigore decisivo (in carriera gli è successo 15 volte, 57 ne ha segnati) e alla fine gli monta dentro l’amarezza. Daniele in campo è un misto tra Franz Beckenbauer e Agostino Di Bartolomei, due miti del calcio, la sua Roma non vince ma il suo umore è in cielo. Il capitano si ritrova, il vice si impone: questo è l’ultimo Roma-Juve. Francesco sta ritrovando condizione e sorriso e anche il piacere di giocare, un po’ da punta come i vecchi tempi, un po’ da trequartista; Daniele sorride e sembra aver deciso di firmare questo benedetto contratto (un triennale, tra le varie ipotesi), riconoscendo e valorizzando gli sforzi economici della Roma che inizialmente non era convinta di quell’investimento così oneroso.

Entro Natale, spifferano da Trigoria, avrà il suo accordo tutto nuovo, da top player, perché come top player viene riconosciuto da tutti, da Totti stesso che molti mettono in contrapposizione con De Rossi, specialmente dopo serate come quella di lunedì. In effetti la prestazione di Daniele da centrale di difesa ruba gli occhi e gonfia l’anima. Rincorse, tackle, lanci, recuperi, grinta e cuore, dal primo all’ultimo minuto. In più la ciliegina del gol (il numero 31 in maglia giallorossa), festeggiato con il saltello del pinguino, lo spunto arriva da una performance dell’attore comico Rocco Papaleo, protagonista di uno spettacolo che Daniele ha ammirato qualche giorno fa, terminato proprio con la canzone del pinguino e tanto di ballo saltellante del divertito pubblico. In quel ruolo verrà riproposto, vista l’emergenza anche a Napoli. E non è escluso che quello di difensore possa diventare il ruolo principale di Daniele. Totti è felice per la prestazione di De Rossi, che ha visto crescere. Per nulla invidioso, anzi. Il neo è solo il rigore sbagliato: un gol gli avrebbe fatto girare la stagione, non ancora decollata. (…)

 

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