FOCUS – Braschi, Banti, Damato… Cartellino Rosso.

FOCUS – Braschi, Banti, Damato… Cartellino Rosso.

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Antonio DamatoCara Società As Roma,

In un paese normale, in un calcio normale, in uno sport dove si applicano regole e leggi scritte, con sanzioni giuste o ingiuste ma comunque condivise, decine di articoli scritti questa mattina, migliaia di parole dette e urlate nell’etere, o semplicemente imprecate dinanzi alle televisioni non ci sarebbero stati.

Purtroppo invece l’Italia è questa: la splendida (in apparenza) Repubblica delle banane, di cui il calcio è il peggior riflesso del periodo di oscurantismo che stiamo vivendo.

Nella repubblica italiota succede che le società vengano sanzionate per cori razzisti o di discriminazione territoriale, per responsabilità oggettiva, e tra le tante, l’unica squadra a cui viene permesso di riempire comunque le curve (per offrire nel prime time uno spettacolo decoroso dal punto di vista televisivo) è la Juventus, lo stesso club che con presunzione rivendica due scudetti, sottratti da sentenze sportive passate in giudicato, quindi divenute legge . Un famoso brocardo dice “la legge è uguale per tutti”, NO! nella Repubblica del calcio italiota NO. Le altre restano con le curve chiuse, la Juve no, perché in Italia e nel calcio italiano da sempre prevale la legge del più forte.

Poi succede, quasi magicamente, che una squadra che arriva da due anni di mediocrità totale, vince le prime dieci partite e spaventa il campionato. “Fortuna” dicono i mezzi busti televisivi, “non durerà statene certi” sentenziano i finti romanisti dell’etere alla prima difficoltà, dopo aver parlato di satelliti o strane congiunture astrali. Si infortuna Totti, qualche calciatore cala sul piano fisico, ci si mette la sfortuna dell’ultimo secondo (vedi Sassuolo) e qualche errore sotto porta e in un mese la prospettiva si ribalta: quattro pareggi consecutivi, 8 punti recuperati dalla Juve “che se sta facendo questo campionato, sta giocando una stagione straordinaria” rivendica Conte, dopo aver pianto per un mese e mezzo, costringendo l’amico Sconcerti a chiedere scusa per aver posto una domanda scomoda, che ai milioni di abbonati juventini non può far piacere.

A Roma improvvisamente si passa dallo Scudetto sul petto allo stato di crisi. Ma come ? Come è possibile che si parli di crisi? Ha ragione Pjanic quando afferma “forse vi eravate abituati bene“, dimenticando però che sulla coscienza del bosniaco e della maggior parte dei leader attuali della Roma pesa ancora come un macigno l’epilogo più doloroso della storia della Roma, quella maledetta finale che sembrava aver regalato ai giallorossi una dimensione calcistica diversa.

Si potrebbe e si dovrebbe parlare di calcio giocato, di errori, di problemi tattici (se costruisci la Roma quasi sempre intorno a Totti e ti viene a mancare per diverse gare, è chiaro che vai in difficoltà visto che è il più forte calciatore italiano degli ultimi 20 anni) ma anche questa è una tesi confutabile, perchè nelle prime 5 partite la Roma, con Totti in campo, conclude i primi tempi (bruttini) sullo 0-0 quattro volte e addirittura sullo 0-1 una volta, a Parma. Poi nelle riprese ha schiantato gli avversari segnando a raffica, da tutte le posizioni e con quasi tutti gli effettivi.

Dunque qual è la variabile che sta realmente incidendo sui risultati della Roma? E’ facile e si distingue in maniera evidente perché indossa maglie fosforescenti. L’arbitro.

Le direzioni arbitrali delle ultime 4 partite sono state condite da 10 episodi sfavorevoli a danno della Roma, ultimo in ordine di tempo e, forse più grave, il doppio errore di ieri a Bergamo : fallo di mano del difensore nerazzurro su conclusione a botta sicura di Maicon, rigore netto non fischiato, parte dei giocatori della Roma protesta, l’azione prosegue e sul cross in area di Florenzi arriva il goal di Bradley annullato per fuorigioco inesistente. Un furto a mano armata e senza passa montagna, perchè Damato è riconoscibile, è sempre lui quello di Roma-Sampdoria del 2010 che costò uno Scudetto ai giallorossi, è lo stesso arbitro di porta di Torino che nega insieme al collega di merende Banti il rigore del possibile vantaggio a Torino su Pjanic, Banti che a sua volta non nota la netta spinta di Meggiorini su Benatia che porta al pareggio dei granata, ed è lo stesso che ieri in qualità di arbitro di porta non vede il calcio di rigore a favore della Roma sull’azione sopra citata.

Il cerchio si chiude, anzi no perché Gervasoni nel primo tempo non nota la netta spinta subita da Gervinho.

TEDESCHI
TEDESCHI

Non si può non sottolineare che queste direzioni arbitrali stiano condizionando il cammino di una squadra, che è rimasta comunque imbattuta in queste prime 14 giornate di campionato, a dimostrazione che ci sono fondamenta solide. Così come  non si può non notare che la società giallorossa è l’unica in Serie A che non si è permessa di prendere un microfono, di qualunque emittente, e rivendicare il suo : nessuno vuole aiuti, nessuno vuole favori, ma quello che è mio, è mio e me lo devi dare. Questo no-profile sta frustrando i tifosi o la maggior parte di essi (tranne i radical chic che sostengono che non si deve parlare di arbitri perchè bisogna crescere come ambiente, mah!) e sta frustrando forse anche alcuni calciatori, evidentemente più nervosi sul campo di quanto fossero un mese fa.

Non si sta comprendendo che nella repubblica del calcio italiota non solo prevale la legge del più forte, ma soprattutto la legge di chi urla più forte. Questo è l’appello più importante: Cara Società As Roma, che qualcuno parli a difesa del club ma soprattutto dei suoi tifosi, che qualcuno si faccia sentire in Lega per evitare ulteriori torti e soprattutto chieda maggiore rispetto nelle designazioni di Braschi, che sta giocando con i sogni e la passione della gente, pretendendo di non vedere più sul terreno di gioco la Roma e contestualmente gente inadeguata come Damato o Banti.

Una società forte non è solo quella che espande il proprio marchio a livello internazionale, che stringe accordi commerciali di assoluto livello con partner importanti, ma è anche quella che non piega la testa dinanzi ai torti subiti e prova a radicarsi nel Palazzo facendo sentire la propria voce. Cari dirigenti giallorossi alzate la voce,  perché una stagione così favorevole difficilmente ricapiterà, e magari tra un mese o due sarà troppo tardi.

Forza Roma !

 

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