Gentlemen’s agreement e l’atavico pessimismo

Gentlemen’s agreement e l’atavico pessimismo

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IL TEMPO – T. CARMELLINI – I tifosi romanisti hanno appena fatto in tempo a metabolizzare il rinnovo di De Rossi, forse il può sofferto degli ultimi dieci anni della storia giallorossa, che già è pronto il nuovo tormentone. Ora anche il futuro di Luis Enrique, secondo fonti spagnole (?), potrebbe essere legato a una clausola rescissoria che gli aprirebbe una porta su Barcellona. L’allarme è scattato automatico e il tam tam capitolino ha ripreso a rullare come impazzito prospettando un futuro già dato per scontato: Luis Enrique a fine anno lascerà la Roma per andare ad allenare Messi &Co..

L’autolesionismo giallorosso si è rimesso in moto come nei tempi migliori, vedovelle sono tornate in carne, prefiche riprendo canovacci mai dimenticati del tutto, c’è chi si scopre da sempre estimatore delle stelle&strisce (chissenefrega dei Sensi…) e ora l’unico obiettivo è quello di non farsi schiacciare dalla depressione. Per cosa? Per una roba che non sta ne in cielo, ne in terra: almeno al momento. La storia è nota e non fa una piega: tra Baldini e Luis Enrique c’è quello che viene definito un gentlemen’s agreement, un accordo verbale con il quale il dg giallorosso si è impegnato a «liberarlo» qualora il Barcellona gli offrisse la panchina che attualmente è di Pep Guardiola. Ora, detto che il problema per ora non esiste e l’idea di mollare non sembra passare nemmeno per l’anticamera del cervello del giovane allenatore (così come in quella di Guardiola … parole si, ma niente di più: resterà dov’è), come potrebbe un chicchessia dirigente impedire a un tecnico di realizzare il sogno di una vita e allenare la «sua» squadra che tra l’altro è la più forte e spettacolare del mondo!? Qualcuno di voi ne avrebbe il coraggio!?

 

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