Il 2012 non poteva iniziare peggio, ma ora bisogna essere più forti...

Il 2012 non poteva iniziare peggio, ma ora bisogna essere più forti di tutto

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Ripartiamo dalla vittoria di Bologna. Una vittoria che ha seguito l’impresa di Napoli, ma indubbiamente più convincente sul piano del gioco e del dominio in campo. Un due a zero per la Roma che in realtà poteva e doveva essere un risultato più largo. Quanti di noi hanno pensato: perché la squadra ingrana proprio ora che c’è la sosta? Tanti, forse quasi tutti. E quanti di noi hanno pensato: e se la sosta ci penalizzasse? Chi lo ha sospettato, non aveva tutti i torti.
La Roma si ritrova a fronteggiare una vera e propria crisi. Marco Borriello se n’è andato, e per quanto il giocatore sia di ottimo livello, ce ne siamo fatti tutti una ragione. Dispiace che sia andato anche lui alla Juve, dopo Vucinic, e che il prezzo complessivo del riscatto appaia come una vendita a prezzo di saldo ai bianconeri. Ma un giocatore come lui, che non ha trovato la sua giusta dimensione nel gioco di Luis Enrique, non può restare fermo. A 29 anni Borriello è all’apice della sua carriera, ha bisogno di giocare ed è quindi giusto che sia andato via: è meglio per tutti, soprattutto per lui. Nonostante sia andato alla Juventus, ha saputo far breccia nel cuore dei tifosi e probabilmente nella prossima sfida coi bianconeri, al Juventus Stadium, verrà salutato e applaudito, caso raro per un giocatore andato in quella squadra così antipatica. Perché Borriello, dopo l’ingenuità dello scorso anno con Ranieri in panchina, ha imparato la lezione e non ha mai fatto una polemica con Luis Enrique, nonostante le tante, forse troppe, panchine. E anche quando c’era da rapportarsi con la stampa, l’attaccante classe 1982 ha sempre dimostrato un grande rispetto nei confronti di tutti, allenatore e società in primis.
Al momento dell’ufficializzazione di Borriello alla Juventus, il 2012 non aveva ancora inferto il primo, duro colpo alla Roma. Perché meno di 24 ore dopo, ecco che arriva l’infortunio di Osvaldo, per un colpo di tacco poi, e la Roma si ritrova all’improvviso da un’inutile abbondanza a una grave carenza di punte di ruolo. Eccezion fatta per Okaka, ormai in partenza, Luis Enrique si ritrova senza un centravanti puro a disposizione. A questo punto si potrebbe anche tornare sul mercato, e i nomi fatti in poco più di 12 ore sono tantissimi; alcuni stuzzicano le fantasie dei tifosi, altri sembrano francamente improponibili. La verità è che forse neanche Walter Sabatini, in queste ore, sa come muoversi: l’infortunio di Osvaldo è un imprevisto che proprio non ci voleva  in questo momento critico.
Già, perché l’argomento più impellente è la questione contrattuale di De Rossi: entro la fine di questa settimana dovrebbe avvenire l’incontro decisivo, che determinerà il futuro di Daniele. Il Manchester City, però, attende sfregandosi le mani perché se non dovesse arrivare la fumata bianca potrebbe lanciare subito l’assalto per portare il centrocampista di Ostia in Premier già in questo mercato: non dimentichiamoci, d’altronde, che Mancini dovrà fare a meno di Yaya Touré, impegnato nella Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio.
E come se non bastasse, nella giornata di ieri, pochi minuti dopo l’infortunio di Osvaldo, è scoppiato il caso Pizarro. Luis Enrique, al termine dell’allenamento, ha ordinato alla squadra di fare un po’ di stretching, ma il centrocampista di Valparaiso, senza dire niente, si è recato negli spogliatoi. Il mister, a quanto pare, si sarebbe rivolto con un gesto a Walter Sabatini, che aveva seguito l’allenamento, come per dire: “Lo hai visto?”. Il ds, in silenzio, avrebbe annuito. Il divorzio appare quindi imminente: Pizarro è stato un giocatore fondamentale nella Roma degli ultimi anni, il miglior playmaker del campionato italiano dopo Pirlo, ma se tecnicamente il giocatore non si discute, è evidente il limite della professionalità. C’è infatti il precedente dello scorso anno con Ranieri a pesare come un macigno sul cileno, che avrebbe potuto imparare qualcosa da Borriello. Errare è umano, perseverare è diabolico. Il matrimonio Pizarro-Roma probabilmente è giunto da tempo al capolinea, e anche in questo caso la destinazione più plausibile è l’odiata Juventus.
Insomma, un pessimo inizio di 2012, dopo che il 2011 era finito meravigliosamente. Ora c’è da lavorare, per Luis Enrique la strada è di nuovo tutta in salita e c’è da dimostrare di essere più forti di tutto: della sfortuna, delle incomprensioni, degli screzi all’interno dello spogliatoio e delle vicende che esulano dal campo. Domenica arriva il Chievo, squadra da non sottovalutare. E poi mercoledì c’è la Fiorentina in Coppa Italia. Due impegni importanti, ma con la carica dei tifosi si può tutto.

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