L’istinto del killer non lo compri al mercato

L’istinto del killer non lo compri al mercato

SHARE

Nel grande bazar del calciomercato puoi trovare di tutto, dai fenomeni alle bufale, dai portieri che ti salvano i risultati agli attaccanti che abbattono le porte. Ci son cose però che non hanno prezzo e che non puoi accaparrartele da nessuna parte e neanche con possibilità economiche illimitate. Elementi che, in una stagione delicata ed equilibrata, fanno la differenza tra una grande ed una piccola squadra. Tra una stagione da incorniciare ed una da vivere nel più totale anonimato. Forse, alla luce delle prime dodici giornate, la Roma avrebbe potuto acquistare un paio di giocatori in meno e magari concentrarsi un pò di più su se stessa, su quella cattiveria agonistica che, a questi volenterosi ragazzi, sembra mancare del tutto. Quella costruita quest’anno dal DS Sabatini è una compagine dai piedi buoni, forse ottimi, ma dal carattere troppo fragile, troppo remissivo, quasi a dire che solo la tecnica ti porta a vincere le partite. Le partite invece, oggi come  ieri, si vincono con la grinta, la cattiveria agonistica, la cosiddetta tigna che ti fa raddoppiare, a volte triplicare, le energie da gettare sul campo di gioco. Sarebbe facile dire, oggi, che avendo Ibrahimovic o Eto’o in squadra tutto diventa più semplice: certo giocatori del genere ti danno una mano enorme ma al di là della loro classe, ciò che li contraddistingue è la loro voglia di vincere e non mollare mai. Molti soloni del calcio hanno spesso affermato che Pippo Inzaghi sia un giocatore privo di tecnica e per questo scarso. Pippo Inzaghi è un atleta forse con dei piedi non finissimi ma che sul 4 a 0 in favore della sua formazione cerca con la bava alla bocca il quinto gol per poi esultare come fosse il primo. Ecco la differenza sta tutta qui. La Roma di oggi è una bella ballerina che gioca in punta di piedi, che cerca il gesto estetico a tutti i costi invece di provare il tiro da fuori o l’entrata decisa sull’avversario. Purtroppo questo è un atteggiamento che può andar bene in un campionato come la serie B spagnola ma che in un torneo tosto e senza formazioni che ti regalano qualcosa come la serie A italiana può diventare molto pericoloso e foriero di cattivi presagi futuri.

Prima della pausa natalizia la compagine giallorossa ha quattro match in cui bisognerà lasciar da parte il fioretto e tirar fuori la sciabola: Fiorentina, Juventus, Napoli e Bologna son un poker di gare che potranno dire molto sul futuro romanista e, probabilmente, su quello di Luis Enrique che se vorrà continuare nel suo progetto dovrà cercare di dare ai suoi ragazzi quella tigna che a lui di certo non mancava quando calcava i campi di gioco ma che oggi sembra smarrita chissà dove…

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.