“La Tribù giallorossa” – Domani il decennale dello scudetto, Lucchesi: “Nel 2001...

“La Tribù giallorossa” – Domani il decennale dello scudetto, Lucchesi: “Nel 2001 sconfiggemmo una grande Juve. Capimmo subito che eravamo protagonisti”

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Inizia oggi la nuova rubrica targata Romagiallorossa.it chiamata “La Tribù giallorossa”, in cui la nostra redazione ripercorre le tappe più importanti della storia romanista. Dai tre scudetti fino ai giorni nostri, dai momenti più importanti, dalle sconfitte più dolorose alle vittorie più belle. Domani sarà un giorno importante per tutti i tifosi giallorossi: domani sarà la ricorrenza del decennale del terzo scudetto della Roma, conquistato dalla Roma di Fabio Capello nel 2001. La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare uno degli artefici di quello scudetto memorabile, colui che insieme a Franco Baldini costruì quella splendida squadra invincibile: l’ex dg della Roma, Fabrizio Lucchesi.

Quale é stata la magia della stagione 2000/2001?
Credo che alla base di tutto all´inizio ci sia stata la presa di coscienza del gruppo che avevamo una squadra forte. Noi potevamo essere protagonisti di quella stagione. La presa di coscienza di quella sensazione credo sia stata poi il motore, abbinato con la qualitá tecnica dei giocatori che ci ha dato la convinzione di riuscirci

Quando lei pensa allo scudetto, quale scena, attimo, o fotografia le viene in mente?
La prima cosa che mi viene in mente é il fischio finale di Braschi in Roma Parma del 17 giugno. Mi ricordo uno scenario incredibile, con un atmosfera fantastica, 100 mila persone dentro lo stadio e 100 mila fuori, la grande invasione di campo e quella gioia e quell´entusiasmo e felicitá.

Quanto é stato difficile portare nella capitale giocatori del livello di Batistuta, Samuel e Emerson?
Io credo che l´artefice principale di quelle operazioni é stato Franco Sensi, il quale su stimolo che veniva da Capello, da me e da Baldini di anticipare un anno di investimenti, concentró nella stagione 2000/2001 investimenti che erano previsti per la stagione successiva. Avevamo una disponibilitá importante, il tecnico richiedeva giocatori importanti, e nell´arco di un paio d´anni (99/00 e 00/01) avevamo una squadra importante ed estremamente valorizzata dal tecnico con 15 nazionali. Il mio era un compito gestionale. L´artefice originale era Franco Sensi con la sua disponibilitá

Qual´é stato il connubbio vincente che ha portato lo scudetto a Roma?
Io credo che il connubbio sia un insieme di fattori, la disponibilitá dell´imprenditore, lo spessore tecnico della squadra, l´espressione massimale che dava Capello, che ritengo sia uno dei 2 o 3 allenatori che ci sono in cirolazione ormai da tanti anni, il lavoro e la professionalitá di tutti. Dal custode di Trigoria a Fabio Capello tutti lavoravano per la stessa causa, fu una grande unione.

Quando siete riusciti a capire voi come societá di poter vincere lo scudetto? Siete partiti con quell´obiettivo?
L´obiettivo era di fare un campionato di vertice, che era l´obiettivo indispensabile per la squadra che aveva quei valori con gli investimenti che avevamo fatto. Vincere é sempre difficile, tutti vorrebbero vincere. In quegli anni poi c´erano 4/5 grandi squadre. Noi eravamo convinti delle nostre potenzialitá, quando peró siamo arrivati ad un punto che abbiamo avuto 6 o 7 punti di vanatggio sulla seconda, ci siamo detti “adesso lo scudetto lo possiamo solo perdere noi”

C´é stata una partita in particolare in cui lei ha capito di poter vincere lo scudetto?
Vinciamo lo scudetto no, anche se un segnale importante lo abbiamo avuto quando abbiamo pareggiato contro la Juventus 2-2 a Torino, che stavamo 2-0 sotto. Recuperare quella partita su un campo difficile, contro un´avversaria titolata, che era tra le candidate per vincere e recuperare quell due a zero a Torino fu un segnale molto importante

Come siete riusciti a battere la Juventus di Moggi (dopo quello che é uscito da Calciopoli)?
Noi abbiamo battuto la Juve di Moggi, ma anche la Juve di Del Piero, Buffon, Cannavaro e Trezeguet. Noi abbiamo battuto la Juve sul campo prima di tutto e abbiamo battuto le nostre avversarie. Abbiamo dimostrato di essere stati piú forti, siamo stati protagonisti dall´inizio e credo che sportivamente parlando tutti hanno riconosciuto la nostra superioritá. Quando si é piú forti nello sport é giusto vincere anche se non é scontato

A livello personale le manca un pó Roma?
Si mi manca, anche perché é stato il punto piú alto della mia carriera. Ho avuto la fortuna di vincere diversi campionati nella mia carriera, ma quello é stato l´apice piú importante. Sono rimasto legato a Roma e alla AsRoma, per questo continuo a vivere a Roma, anche se sono andato a lavorare per la Fiorentina, credo che questo sia giá un grande segnale di appartenenza

Qual´é il suo giudizio sulla nuova societá di DiBenedetto?
Io ho sempre espresso un parere di positivitá su questa domanda, é un segnale forte perché é la prima volt ache arriva un investitore estero in Italia. Io sono per l´apertura, lo vedo come un segnale positive. Il passaggio di proprietá della Roma é stato un passaggio molto lento e lungo, quindi in questo momento la Roma, il nuovo management, non ha avuto ancora la possibilitá di dimostrare o comunque di far vedere quelli che sono poi i loro programme, perché sono appena all´inizio, quindi un giudizio su questo di potrá dare solo piú avanti. Sará una bella sfida per gli investitori americani, perché Roma é una cittá importante e Roma é una cittá che non perdona molto, ama la Roma ma vuole soprattutto il bene della Roma, a prescinedere se tu sei russo Americano o italiano

Se arrivasse una chiamata da Trigoria?
Di corsa e a piedi scalzi!

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