L’avversario: il Liverpool e la rifondazione di Brendan Rodgers

L’avversario: il Liverpool e la rifondazione di Brendan Rodgers

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Dopo i modesti polacchi dello Zaglebie Lubin, la Roma è attesa dalla ben più impegnativa sfida in amichevole con il Liverpool. Una squadra che per i tifosi romanisti non ha certo bisogno di presentazioni, eccezion fatta per i giovanissimi.
Allo stadio compaiono spesso ragazzi con le tute del Liverpool, un vero scempio agli occhi dei meno giovani che hanno versato lacrime amare quel maledetto 30 maggio 1984. Una generazione intermedia, poi, ricorderà ancora benissimo l’eliminazione dalla Coppa Uefa nella stagione 2000-2001, con quel rigore clamorosamente negato dallo spagnolo Garcia Aranda, ingannato anche da Gabriel Batistuta che aveva portato la palla verso la bandierina del corner.

Il Liverpool oggi è una squadra ancora temibile, piena zeppa di fenomeni che però iniziano a sentire il peso dell’età. Per questo si sta pensando al rinnovamento. Il presidente Tom Werner, alla poltrona anche dei Boston Red Sox, è uno dei soci di Thomas DiBenedetto nella Fenway Sports Group. Quest’anno si è deciso di puntare su un rinnovamento totale: per la panchina si è scelto Brendan Rodgers, ex tecnico dello Swansea, che succede a Kenny Dalglish e ha voluto a tutti i costi il suo pupillo Fabio Borini.
Sarà proprio il giovane attaccante italiano l’ex più atteso della sfida, ancora più di Alberto Aquilani. Rodgers crede molto nei giovani e potrebbe essere l’uomo giusto per rilanciare anche il centrocampista di Montesacro.
Passano gli anni, ma il talento di grandi campioni come Steven Gerrard e Jamie Carragher resta intatto: sono loro gli elementi più significativi del Liverpool, ma guai a sottovalutare anche un difensore al culmine della propria carriera come lo slovacco Martin Skrtel o un attaccante come Andy Carroll, nonostante non convinca del tutto Rodgers.
Attenzione, poi, a giocatori come Daniel Agger, Stewart Downing, Joe Cole, Jordan Henderson, Charlie Adam, Lucas Leiva e i giovani spagnoli Dani Pacheco e Suso. Insomma, il divario tra il primo e il secondo avversario della tournée americana è un vero e proprio abisso. E meno male che Rodgers dovrà fare a meno di Reina (ancora in vacanza), di Suarez e di Bellamy, convocati rispettivamente dalle nazionali olimpiche di Uruguay e Gran Bretagna come fuoriquota.

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