Mens sana in corpore sano e vicerversa. Perchè restare circa un mese fermo per un fastidio alla caviglia deve per forza maggiore dipendere da qualcosa di più di un problema fisico reale. Molto probabilmente per Julio Sergio, portiere brasiliano della Roma, l’essere passato dal ruolo di titolare inamovibile nell’era Ranieri a quello di rincalzo in quella Montella, deve aver fiaccato morale e tempra fisica. Ufficialmente però il bollettino medico parla chiaro imputando ad una fastidiosa distorsione alla caviglia i motivi di questa prolungata assenza dai campi. Tutto normale, se non fosse che questo “fastidio” lo stia tenendo praticamente ai margini della squadra da oltre un mese. L’ultima convocazione, infatti, risale allo scorso 6 marzo, anti-vigilia della sfida contro lo Shakhtar in Champions League. Il giorno della partita, poi il brasiliano finì in tribuna per poi accomodarsi in panchina fino all’ultima partita contro la Juventus. Riassumendo, Julio Sergio in questi ultimi trenta giorni ha sempre effettuato “fisioterapia per un fastidio alla caviglia”. Da ricordare come ne abbia impiegati appena quindici in più per tornare in campo dopo una “microfattura”. Infine, proprio sabato scorso si è lasciato scappare una battuta circa le proprie condizioni con alcuni tifosi a Trigoria: “Sto meglio, ma cambia poco: non giocherei lo stesso”.
