“Luis per una Roma fortissima”

“Luis per una Roma fortissima”

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IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) – La Roma reagisce. E prova a farlo, ancora una volta, con la forza della normalità. Ieri ancor più dell’altro ieri. Compatta intorno al suo allenatore.  Con un direttore generale che, a Trigoria, parla e riparla con i giocatori (soprattutto quelli più esperti) per capire le loro motivazioni e assicurarsi che siano completamente coinvolti nel progetto. Con un direttore sportivo che, ancora una volta, si espone pubblicamente e ribadisce che la società «sta con Luis Enrique. Può essere l’allenatore di una Roma fortissima. Quando il mister fa le scelte io non solo le assecondo, ma le condivido perché so che fanno parte del suo credo. Luis Enrique è un uomo propositivo e coraggioso, lui ha la fiducia totale della società. Può essere l’allenatore non solo della Roma, ma di una Roma fortissima ». Punto e a capo.

L’allenatore, dal canto suo, va avanti. Vede video da solo col suo staff e con la squadra, prepara la trasferta di Novara (anche con qualche cambiamento, visto che l’allenamento in programma oggi alle 14 è stato spostato alle 10.30), allena i giocatori con lo stesso spirito messo in campo dal 12 luglio a oggi. Quello che aveva da dire alla squadra lo ha detto, adesso ha voltato pagina. Consapevole di avere la fiducia totale della dirigenza. Baldini, da quando è arrivato, gli è accanto praticamente ogni giorno così come il ds Sabatini, che ieri ha assistito all’allenamento dal tetto e poi, intervenendo a Radio Manà Manà, ha fatto ancora una volta il punto sul momento della Roma. Evidentemente in questo momento c’è bisogno anche di questo. Di parole chiare. Di certezze. Per chi sta dentro Trigoria e per chi, invece, sta fuori. Come i tifosi. Che leggono e ascoltano, sperando che già da sabato arrivi un’inversione di tendenza. E quindi, ecco le parole di Walter Sabatini: «Perché una squadra diventi forte nel tempo deve diventare forte subito. I risultati non ci stanno premiando – ammette a Radio Manà Sport 24 – ma dobbiamo perseguire questa linea. E non possiamo aspettare tanto tempo. Sarà un anno di transizione? Dichiarare un obiettivo oggi sarebbe controproducente, oltre che sbagliato». Le partite che finora ha giocato «la Roma avrebbe potuto vincerle. Forse ci è mancata un po’ di fortuna». Sicuro. Però sono stati commessi tanti errori e il ds, uomo di calcio da sempre, è il primo a saperlo. Anche quando non lo dice. Non solo allenatore però. Da Sabatini sono arrivati elogi a Lamela («è un trequartista offensivo, può agire su tutto il fronte d’attacco come faceva al River Plate. Mi è piaciuto molto contro il Milan, ha dimostrato una forte personalità, che è una sua caratteristica») e fiducia in Borriello: «È un calciatore importante. Attraversa un periodo di sofferenza, ma sono sicuro che ci tornerà utile. Arriverà il suo momento, anche perché si allena con grande professionalità ». Se Borriello, a gennaio o a fine stagione, andrà via non si sa. Non è questo il momento di pensarci. Quello che Sabatini (e Baldini) chiedono è che in questo momento si pensi soltanto al bene comunque. Quello della Roma. Perché le difficoltà erano state messe in preventivo, ma adesso è arrivato il momento di affrontarle. Aiutando i giovani ad inserirsi e i senatori a sposare in tutto e per tutto le idee dell’allenatore. Il quale, dal canto suo, ha cercato – e sta cercando – di andare incontro alla squadra.

Parlando poi di mercato, Sabatini ha rivelato anche un retroscena: «Siamo stati vicinissimi ad un calciatore importante che poi ha deciso di non venire. Non ho nessun rammarico da quel punto di vista, chi è arrivato potrà fare bene allo stesso modo. Mi rimprovero un mucchio di cose, ma è nella mia natura. Non mi sono mai totalmente soddisfatto del lavoro che faccio. Al momento, comunque, non credo di aver fatto errori letali». Il mister X giallorosso non è Montolivo, anche se con lui «c’è stato un parlottio». Su Stekelenburg, dal ds c’è la convinzione che «lascerà un segno nella storia della Roma. Marteen per noi è stato un obiettivo primario, ma non eravamo sicuri di prenderlo fino a quando non ha firmato. Ci sono stati in ballo anche Romero e Kameni, siamo contenti di essere arrivati all’olandese». Sabatini ha infine replicato a chi criticava l’assenza di Totti e De Rossi alla proiezione del film su Agostino Di Bartolomei: «C’erano Perrotta, Viviani, Caprari e Verre. È stata una nostra scelta portare i migliori ragazzi del settore giovanile, loro devo conoscere la storia della nostra società, in particolare questa vicenda così dolorosa».

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