Mirante: «Totti, il mio incubo»

Mirante: «Totti, il mio incubo»

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miranteIL MESSAGGERO (U. TRANI) – «Io, anche se napoletano, non sono scaramantico. A spaventarmi non sono le statistiche, ma il fuoriclasse». Totti, quando incrocia il Parma, apre il fuoco: 18 gol in 31 partite. Ne sa qualcosa anche Mirante, 30 anni, portiere di Castellamare di Stabia. Francesco gli ha segnato 4 reti in 9 incontri, 2 anche nel campionato scorso. E tutte quando ha trovato Antonio vestito di gialloblu.

Mirante, arriva Totti: si sente nuovamente in pericolo?
«Leggo questi numeri e li ascolto anche nei servizi televisivi. Di lui si parla ovviamente tanto e quindi so quali cifre lo accompagnano. La verità che, a prescindere dai gol realizzati, nella mia carriera contro di lui ho dovuto spesso subire. Anche con la maglia della Sampdoria e del Siena. Sconfitte di squadra e non solo mie personali».

Quindi come lo attende?
«So che avrò ancora di fronte un campione vero. Un esempio per i giovani. Uno che rincorre gli avversari a centrocampo. È un professionista serissimo. Da imitare. A tutti piacerebbe stare come lui a trentasette anni».

L’anno scorso, al Tardini, gli parò un rigore?
«Sì e abbiamo pure vinto sotto il diluvio e su quel campo impossibili. Ma lui mi fece gol sulla ribattuta. E si è ripetuto al ritorno su punizione, quando perdemmo all’Olimpico. Un tiro forte, deviato da Biabiany. Ormai lo conosco bene, ma ogni volta si inventa qualcosa. Sa inquadrare la porta come pochi al mondo. Le duecentoventisette reti in A ne sono la dimostrazione. E, comunque, non è solo un finalizzatore. E’ un grande assistman».

I giallorossi sono a punteggio pieno. Si aspettava una partenza del genere?
«La Roma è una squadra quadrata, con un centrocampo fantastico. Loro possono essere pericolosi grazie al collettivo e quindi con più calciatori».

Come giudica il suo collega De Sanctis?
«E’ affidabile. Ha fatto una bella carriera, andando anche all’estero, come piacerebbe a me. Io sceglierei la Premier. Morgan ha contribuito a rendere più solida la Roma. Non penso che Stekelenburg fosse scarso, ha pagato però la stagione negativa dei giallorossi».

Che cosa racconta Cassano di Totti e della Roma?
«Parla sempre bene di Francesco e dell’esperienza nella capitale che è stata il trampolino di lancio. Ho avuto la fortuna di avere Antonio come compagno anche nella Samp, con Mazzarri in panchina. Un amico pure fuori del calcio. Farà una grande stagione e sarà il nostro uomo in più».

Come fa a essere così sicuro?
«Ha finalmente svolto la preparazione in ritiro. Per due anni non era stato possibile e ne aveva risentito. Ora ha più benzina in corpo e ci garantirà il salto di qualità».

Il suo modello?
«Marchegiani. Il prototipo del portiere. Mai scenografico, ma bello da vedere. Il più forte tecnicamente. Per qualche anno sono andati di moda i portieri stranieri e sono arrivati campioni come Julio Cesar, Dida e Doni. Noi ci siamo adeguati e adesso la nostra scuola è ancora al top».

Pensa al mondiale?
«Sono ambizioso e questa è l’età giusta. Prandelli mi chiamò due volte all’inizio della sua gestione. Dipenderà solo dalle mie prestazioni. Ho appena rinnovato: il Parma può essere la sorpresa del torneo e spingermi in Brasile»

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