Roma, tutto su Pastore

Roma, tutto su Pastore

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CORRIERE DELLO SPORT – L’ostacolo sarebbe uno solo, sempre lo stesso. I soldi. Ma a questo punto l’operazione Pastore per la Roma è davvero più di un’idea. Se n’è parlato e si continua a farlo, a tutti i livelli. Il tre­quartista del Palermo sarebbe il vero colpo su cui costruire la base della pros­sima Roma, su un disegno tattico che a quel punto vedrebbe il Flaco alle spalle di Vucinic e di un centravanti, Totti o Borriello. Non male detta così insomma, ma andiamo con ordine.

CHIAVE – La chiave per poter arrivare al colpo ha un nome e un cognome: Walter Sabatini, prossimo diretto­re sportivo giallorosso. E non sarebbe potuto essere altrimenti. L’ex dirigente del Palermo ha già ampia­mente dato il suo assenso al piano DiBenedetto e ora, come ha confermato lui stesso, attende il passaggio di consegne della società. Ma, come è abituato da sempre, e già da quando non lavora più per Zampa­rini, non si è mai fermato: partite, dvd, relazioni, in­formazioni. Le doti del prossimo ds di Trigoria le ha sottolineate proprio ieri il suo ex presidente Zam­parini: « Va alla Roma e sono contento per lui. Walter è un profondo conoscito­re di calcio, uno dei più bravi sul merca­to, ma è anche una persona seria e one­sta. La Roma con lui si troverà bene, io ho fatto un errore ad accettare le sue di­missioni. Pescherà in Sudamerica e non solo, quindi me lo ritroverò spesso come antagonista» . Sabatini ha portato Pasto­re in Italia, mostrando al mondo un feno­meno su cui hanno messo gli occhi tutte le big europee. Il suo rapporto con l’en­tourage del giocatore, e con Pastore stes­so, è ottimo; le basi, per continuare a parlarne ci sono tutte.

PRIMO PASSO – Il nome di Pastore lo ha già fatto anche il prossimo presidente della Roma DiBenedetto. Quando? La settima­na scorsa, in un pranzo proprio con Sa­batini, che allora però non aveva ancora sciolto le riserve sul suo arrivo alla Ro­ma. Il pensiero del direttore sportivo è in sostanza questo: la squadra giallorossa ha già una buona base, con un paio di col­pi grossi potrebbe tornare a volare, e co­munque per un giocatore che parte uno ne dovrà arrivare. E Pastore, in questo caso, anche come ruolo, potrebbe pren­dere il posto di Menez, che a Trigoria sembra avere i giorni ormai contati. Se il piano statunitense prevede l’acquisto di due top player, il nome di Pastore è sicu­ramente uno di questi.

OSTACOLO – Il vero proble­ma, come detto, sono i sol­di. Ma in tal senso c’è da dire che non si parla di una cifra spropositata. Certo, per parlare di cifra spropo­sitata bisogna considerare sempre il punto di vista, ma insomma non bisogna dare certo retta alla clau­sola rescissoria fissata dal Palermo che dice 70 milio­ni di euro. Il contratto del Flaco scade nel 2015 e una prima valutazione verosi­mile potrebbe essere di 35­ 40 milioni. Da qui la tratta­tiva potrebbe portare a uno sconto; è chiaro però che con meno di 30 milioni il tavolo neanche si aprirebbe. Ma 30 milioni non sono qualcosa di così impensabile, tanto più che per fare tren­ta si può anche dire ventotto più un gio­catore, o 26 più un paio di giocatori. Si parla insomma, di un affare difficile ma non impossibile. Come non impossibile sarebbe arrivare all’ingaggio di Pastore. L’argentino a Palermo, dopo la prima stagione a 300.000 euro, quest’anno per­cepisce una cifra vicino al doppio. Il pas­so seguente è una scrittura privata che potrebbe raddoppiare ancora lo stipen­dio annuale, portandolo intorno a 1,1-1,2 milioni di euro. Un altro problema non così insormontabile.

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