Se i risultati non arrivano la Roma perde la testa

Se i risultati non arrivano la Roma perde la testa

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Frustrata, sconfitta, umiliata nel punteggio e nel gioco. E incapace di mostrare i muscoli se non per colpire gli avversari. La Roma che saluta la Champions ha il volto peggiore. Ma tra personalismi, rigori usurpati e sprecati, espulsioni gratuite, è la fragilità nervosa a restare indelebile negli occhi. E stigmatizzata anche da Montella nell’immediato dopo partita: “Bisogna gestire l’emotività, certi atteggiamenti vanno limati”. Su tutti, la gomitata di De Rossi. Non basta dire antisportiva: proditoria, violenta, pericolosa. Un gesto immortalato dalle telecamere di tutta Europa e a cui la Roma farà corrispondere una multa in base alle giornate di squalifica che riceverà il numero sedici. E che, soprattutto dopo essere stato “graziato” nella gara d’andata, non saranno poche.

RECORD ESPULSIONI – La Donbass Arena come un ring: gomitate, calcioni, passeggiate sulle ginocchia degli avversari. Comportamenti gravissimi, che l’eliminazione e le provocazioni del capitano degli ucraini Srna non giustificano se non in minima parte. Episodi, soprattutto, capaci di inquinare l’immagine di una squadra (e una società) in via di ricostruzione che, in attesa di dare il benvenuto a una nuova proprietà e dopo le bombe carta dell’ultimo mese, certo non ha bisogno di altra pubblicità negativa. Non è neanche la prima volta che i giocatori giallorossi, tutti o quasi, si lasciano sorprendere dall’incontrollabilità di una reazione “istintiva”. Dall’inizio di stagione già 8 espulsioni, più di ogni altra italiana, divise tra Burdisso (3), Mexes (2), Julio Sergio, De Rossi e Totti (1 a testa). In più, tante reazioni scomposte anche lontano dagli occhi dei direttori di gara – ma non delle telecamere – dallo sputo di Rosi alla gomitata di De Rossi.

TENDENZA STORICA – Senza risultati la Roma perde la testa: una costante negli ultimi anni, nata nella gestione Capello e consolidata nel corso del tempo. Nel 2004-2005, la stagione dei 4 allenatori, dell’ottavo posto e dell’incubo retrocessione scacciato soltanto a tre giornate dalla fine, le giornate di squalifica rimediate dai giocatori giallorossi furono addirittura 32. Nel 2008-2009, l’anno nero del sistema spallettiano, si arrivò a 30. Solo 19, invece, negli anni dl titolo sfiorato (’07-’08 e ’09-’10). I cartellini rossi a Trigoria sono troppo spesso inversamente proporzionali ai punti in classifica della Roma. Tesi confermata dall’andamento di questa stagione: dall’inizio dell’anno nessuno in Italia ha dovuto scontare tanti turni di squalifica quanto la Roma: 24 soltanto in campionato, 26 comprese le coppe. E la giustizia europea potrebbe portarle fino (oltre?) a 30 con le sanzioni a De Rossi e Mexes.

ADDIO IN “ROSSO” – Proprio Mexes, con il turno di squalifica (inevitabile) che rimedierà per il “rosso” di Donetsk, diventa il record men di questa speciale classifica in negativo: 6 gare saltate per squalifica dall’inizio della stagione, una più di Burdisso, 2 più di Rosi. Il centrale francese, che da tempo ha un accordo per il passaggio al Milan nella prossima stagione a costo zero, saluta l’Europa da romanista con il proprio marchio di fabbrica: la dodicesima espulsione in 7 stagioni giallorosse. Anche all’esordio in Champions con la Roma il 15 settembre 2004 (e sempre contro una squadra ucraina, la Dinamo Kiev), fu espulso prima dell’intervallo. Un cerchio chiuso ieri contro lo Shakhtar alla Donbass Arena. Il ring che, nonostante i “pugni” di ieri, suona il gong sull’Europa della Roma.

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