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Spicciariello: “Ho gestito solo la comunicazione di DiBenedetto, rapporto interrotto nel gennaio ’12”

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spicciarielloLa foto di Franco Spicciariello, ritratto da Dagospia esultante con la sciarpa della Lazio alla premiazione della Coppa Italia ha girato per il web (FOTO 1FOTO 2FOTO 3); l’ambiente romanista è andato subito in subbuglio, puntando il dito contro la dirigenza, colpevole di “aver tenuto a libro paga uomini di fede laziale“, nonostante fosse semplicemente il fondatore e socio della Open Gate Italia, l’azienda che curava la comunicazione dell’ex presidente della Roma Thomas DiBenedetto.

Il diretto interessato ha parlato ai microfoni di Radio Sei per fare il punto della situazione.

Ecco le sue parole:Sono diventato famoso per una partita di calcio senza motivo. Ho visto la mia faccia ovunqueMolti tifosi si sono arrabbiati con me. Io con la mia società ho lavorato con DiBenedetto quando gli americani hanno iniziato l’acquisizione della Roma. Sono stavo vicino a lui, ho fatto da interprete, ho gestito la sua comunicazione, le conferenze stampa. Sono stato il suo consulente. Il rapporto si è interrotto quando la Roma si era strutturata nel gennaio 2012 con la nuova società. Da allora i rapporti sono stati sempre ottimi, un consulente viene richiesto anche dopo la fine di un rapporto. Quel famoso giorno (il 26 maggio, ndr) tra le vari foto pubblicate dal sito dagospia c’è una foto di me che parlo con Pallotta che ho avuto la fortuna di conoscere a Boston due anni fa. È un manager di altissimo livello. Dopo la foto con Pallotta mi si vede che festeggio con la mia sciarpa. Qualcuno ha pensato bene di prendere quelle foto e scrivere che ero il capo della comunicazione della Roma, una cosa surreale, se pensate che io avevo interrotto il rapporto con la Roma più di una anno fa. Il mio nome è stato strumentalizzato, per questo capisco la rabbia dei tifosi romanisti. Questa notorietà me la sarei evitata. La mia figura è stata messa in giro usando informazioni false, per attaccare la dirigenza romanista accusata di lazialità. È stato tutto molto strumentalizzato. Mi fa ridere anche l’accusa a Baldissoni di lazialità, che conosco ed è romanista oltre che un grandissimo professionista“.

Sulle minacce subite nei giorni successivi

“Ho ricevuto insulti e minacce, anche la mia famiglia ha avuto dei problemi. Sono cose che non hanno nulla a che vedere con il calcio. Io ero lì da privato cittadino, come un qualsiasi altro tifoso. Ho sempre tifato Lazio come tutta la mia famiglia. Comprendo in parte l’arrabbiatura dei tifosi. Non accetto assolutamente l’operato dei giornalisti che erano a conoscenza di comunicare cose false. Ho ricevuto messaggi da tifosi ed ex compagni di scuola. Messaggi che trovo immeritati. Molti mi hanno scritto che sono stato il primo ad “alzargli la sciarpa in faccia”, ma nella mia esultanza non c’era nulla di denigratorio. Ho anche salutato i giocatori della Roma”.

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