CORSPORT (M. EVANGELISTI) – Se ritorna a correre Mattia Destro uscendo dalla campana di vetro, dalla palestra e dal tunnel significa che ha ancora una volta ragione Rudi Garcia nell’invitare i giallorossi a guardare al futuro come a un’opportunità. Si sa come la pensano in molti, noi compresi: una volta esaurita la spinta propulsiva della formazione di base, la Roma potrebbe trovarsi a mal partito per la necessità di cambiare uomini senza possedere una rosa abbastanza vasta o abbastanza robusta da sopravvivere in mezzo alle intemperie. Invece Garcia insiste nel guardare non le foglie che cadono bensì quelle che spuntano. Intanto Destro a nove mesi dall’operazione di menisco ha mollato le zavorre di gonfiori al ginocchio e dell’abbattimento morale. (…)
In compenso, attorniati dalle traiettorie di Destro, si sono rimessi a tocchicchiare il pallone Michael Bradley, primo cambio designato del ricco ma selezionatissimo centrocampo di Garcia, e soprattutto Maicon Douglas Sisenando. Se Bradley contro il Napoli interverrà solo nel caso in cui qualcuno tra De Rossi, Strootman e Pjanic non firmi il registro, Maicon deve riprendersi il suo posto sulla fascia destra. Deve e vuole: nessuno lo obbligherà ma lui si obbligherà da solo e non stentiamo a credere che quando si fissa nello specchio con gli occhi sgranati faccia paura persino a se stesso. Il brasiliano ha i suoi interessi. Vuole cogliere, nel 2014 a 33 anni, l’occasione unica di disputare il campionato del mondo nel suo Paese. Presumibilmente ci riuscirà. Però sapete come vanno le cose in Brasile, piove, tira vento e spuntano calciatori. Anche nelle zone di campo meno battute da quegli artisti anarcoidi del pallone. Dunque, meglio la Roma marcia più chance ha Maicon di vedersi confermare la prenotazione. Chiamatelo terzino, se vi piace. E’ una definizione limitativa anche nel calcio moderno, tale vastità di campo Maicon riesce a riempire con un cambio di velocità e tale flessibilità di azione mette nelle sue partite arrivando al tiro più spesso di un centrocampista. Ciò che gli ha permesso di asfaltare sul nascere l’eventuale concorrenza di Torosidis è stata però la sua applicazione in fase difensiva. Chiude con le gambe, copre con il peso atletico, marca con lo sguardo. (…)