Virtus datomiana, Siena cade 67-62. Serie pareggiata, ora assalto al PalaEstra

Virtus datomiana, Siena cade 67-62. Serie pareggiata, ora assalto al PalaEstra

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virtusgiallorossaPrestazione di tutto cuore quella della Virtus di questa sera, che pareggia i conti in Gara 2 e si porta dunque sull’1-1 nella serie delle finali scudetto.

48 ore dopo lo scippo senese, Roma tira fuori gli attributi al momento giusto e pareggia la serie; grandissimo l’impatto del pubblico romano, voto 10 per il continuo sostegno, soprattutto nel secondo quarto, quando Siena arriva anche a +12. Una nota di merito a coach Calvani, che legge alla perfezione la partita e nel momento caldo leva dal parquet un Lawal troppo discontinuo tra attacco e difesa, dando il là alla rimonta e rimettendo poi il centrone per dare la spallata definitiva alla Mens Sana e portando a casa il pareggio, che riattizza il fuoco virtussino.

LA PARTITA – Calvani si affida al solito quintetto per iniziare le ostilità, schierando Goss, Taylor, Jones, Datome e Lawal. Dall’altra parte Luca Banchi si affida a Hackett, Brown, Moss, Sanikidze e Ortner, fiducioso di poter continuare sul filone della prima sfida, in cui le sue bocche di fuoco i tre esterni, hanno annichilito Roma con triple chirurgiche nei momenti topici.

La sfida inizia con la Virtus concentrata e subito aggressiva in difesa; Taylor parte fortissimo come in gara 1, alternando penetrazioni e assist per i compagni, mentre Lawal e Goss sembrano in partita e Roma prova ad allungare sin da subito, trovando però Siena pronta a controbattere. Ortner è infallibile sotto le plance, lasciato troppe volte libero di concludere dal suo rispettivo marcatore, Lawal, arrivando a mettere a referto 10 punti nei primi 10 minuti, permettendo alla sua squadra di rimanere a contatto sul18-16.

Il secondo quarto è tutto l’opposto del primo: la Virtus è molle in difesa, non riesce a segnare in attacco e la difesa senese alza le mura. La squadra di casa mette a segno la miseria di sei punti in 10 minuti, e Siena, senza strafare e sbagliando parecchio, chiude il primo tempo in vantaggio per 33-24, arrivando dunque all’intervallo lungo sul +9.

Ci si aspetta la reazione repentina della Virtus, e invece Siena continua ad amministrare il vantaggio, arrivando sul +12 grazie al talento indiscusso di Daniel Hackett e soprattutto da un inaspettato Ortner, che non fallisce quasi mai nell’area pitturata (9/11 al termine della partita). Il pubblico non si lascia intimorire, non demorde e alza la voce, provando a caricare la squadra, e nel frattempo Coach Calvani intuisce che Lawal non ne ha più a livello nervoso e mette dentro Czyz: la scossa è recepita. Datome, Jones e D’Ercole segnano tre triple di fila, e Roma ritorna a contatto, chiudendo il terzo parziale sotto di 5, sul 51-46, dopo essere arrivati a -2 prima della bomba dell’immortale Ress. La Montepaschi pare tranquilla, forse un po’ troppo, e rientra in campo con sufficienza ed arroganza, le due cose principali da evitare su un parquet: difatti Roma tira fuori il suo immenso cuore, scende giù sulle ginocchia e difende, affidandosi nelle mani di Datome e Lawal, che nel frattempo rientra in campo più determinato e trasportato dalla trance agonistica della squadra. Roma arriva al + 4 giocando da squadra vera, quindi si arriva a giocare gli ultimi cinque minuti punto a punto; Datome si carica la squadra sulle spalle e, complice un attento Lawal, mette al sicuro la vittoria finale, portando la Virtus a vincere 67-62, motivando alle stelle la squadra giallorossa in vista di gara 3 al PalaEstra, la prima in Toscana.

Il migliore in campo è senza dubbio Gigione Datome, l’Mvp della lega e capitano della Virtus, che mette in luce i gradi in suo possesso caricandosi la squadra sulle spalle nell’ultimo e decisivo quarto, creando danni non indifferenti alla difesa senese, condendo il tutto anche con una schiacciata in perfetto NBA style. Bene anche Lawal, che si riprende la scena dopo aver sofferto parecchio in difesa su Ortner, lasciato quasi sempre colpevolmente libero sotto il tabellone nei primi 3 quarti. Non si può non sottolineare l’importanza del pubblico, sempre accanto ai propri ragazzi in tutti e 40 i minuti di gioco, trascinando e surriscaldando l’ambiente.

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