Ecco Perrotta, l’insostituibile

Ecco Perrotta, l’insostituibile

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Il Romanista – Al Bologna ha segnato un solo gol in carriera. Ed è stato pesantissimo. Il primo novembre del 2009, in piena crisi di gioco e risultati, la Roma di Ranieri affrontava all’Olimpico gli emiliani, che passarono in vantaggio con Adailton. Sembrava l’ennesima domenica infernale per i giallorossi, ma Vucinic pareggiò. Tra i fischi. Al 52’ toccò a lui risolvere la questione, come spesso gli è capitato in questi anni. Simone Perrotta realizzò il gol decisivo, la sua fu un’esultanza rabbiosa, da quel momento la Roma iniziò a volare. Non è un caso che una rete così importante fu messa a segno da lui, campione del Mondo a Berlino nel 2006, punto cardine della rosa romanista, senatore nello spogliatoio, decisivo per gli equilibri in campo. I suoi inserimenti, nella Roma di Spalletti, mettevano in crisi gli avversari (23 gol in campionato con il toscano in panchina); in quella di Ranieri spesso cambia posizione in campo, ma è uno di quei giocatori a cui il mister rinuncia sempre malvolentieri, tanto da schierarlo vertice alto del rombo, centrale di centrocampo, intermedio, a volte anche esterno: «Lui si era infortunato con il gol contro la Fiorentina – ha spiegato ieri l’allenatore commentando l’importanza del suo rientro – poi aveva avuto questo problema al ginocchio. Una volta ristabilito è tornato in forma. Simone è uno di quegli esempi che ogni società vu

ole avere, perché sono quei ragazzi che parlano poco, sono punti di riferimento, si allenano sempre, sono sempre generosi. Per cui è un giocatore veramente eccellente. Un ottimo professionista». Le stesse parole di elogio Ranieri le aveva utilizzate già a Torino, nel post partita: «Gente come lui, Brighi e Cassetti – aveva detto – dovrebbe essere da esempio per tutti coloro che indosseranno la maglia della Roma». Oggi Perrotta, con ogni probabilità, partirà dal primo minuto. Agirà da vertice alto del rombo di centrocampo, pronto a supportare le due punte e a dare, come sempre, una grande mano in fase di contenimento. Il tutto senza pensare che, da domani, potrebbe prendere accordi con un’altra squadra. Il suo contratto scade il 30 giugno (così come quelli di Cassetti e Mexes) e il rinnovo, a causa della questione societaria, è in stand-by. L’impressione, però, è che appena le cose si sistemeranno ci sarà un prolungamento almeno per altri 12 mesi, così come è accaduto lo scorso anno. Perché la Roma difficilmente si priverà di un giocatore così importante, in campo e fuori. Che, a 33 anni, (ne compirà 34 a settembre), è ancora in grado di dare tantissimo.

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