Equivoci e gol: è un film horror

Equivoci e gol: è un film horror

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IL ROMANISTA – D. GALLI – Lamela e Totti. E Florenzi forse, ma più per l’impegno, stavolta, che per una mera considerazione tecnica o tattica. L’horror moviedi Parma conferma che questa è la Roma delle eccezioni positive, dei singoli illuminati che dispensano classe o fiato oppure entrambe le cose, di anime spinte dal talento a tentare l’impossibile, qualche volta riuscendoci, qualche volta no. Questa è l’eccezione. Questa è la Roma. Oggi. La regola, purtroppo per i romanisti, è il resto. Tutto il resto. La regola è una difesa che è la peggiore del campionato, costantemente in affanno, che sbaglia i tempi del fuorigioco, impacciata, disattenta sui cross, forse troppo inesperta per la Serie A. Non è solamente una questione anagrafica: contro il Parma, tutti e quattro i difensori erano al loro primo anno in Italia. La regola è un kolossal dell’equivoco a centrocampo, dove Perrotta viene preferito a Pjanic e il mediano De Rossi prima non viene considerato un regista ma un incursore, poi va in panchina perché per Zeman – e lo dimostra l’esclusione a malincuore di Burdisso («ma ne vorrei venti come lui», dice Zeman) – conta la testa prima ancora che il cuore, poi torna in campo da titolare per fare l’incursore e aiutare Tachtisids a fare il regista, poi a Parma fa il regista ed è un fiasco ed è pure un mistero, perché l’anno scorso con Luis Enrique in quel ruolo era un semidio. La regola è che questa squadra – lo sostiene Totti, lo pensano tutti – fa il 50% di ciò che chiede Zeman. La regola è un’altra stagione che tende a sbiadire e rischia di tingersi di mediocrità.[…]

QUELLO CHE NON VAContinuiamo a incassare gol, continuiamo soprattutto a incassarne uno in più dell’avversario. Piris è un terzino destro nella norma, Castan e Marquinhos sono in costante lotta contro le forze del male, si vedono piovere attacchi da ogni parte e quando la Roma si allunga troppo, il fortino alza bandiera bianca. Dodò è un meraviglioso prospetto di campione, ma per ora resta un prospetto. Non esiste mai al mondo – è successo in Roma-Udinese – che Totti prova a chiudere il triangolo con Dodò, Dodò non lo capisce e deve essere Totti a tentare di riprendere la palla sulla linea del fallo laterale. Il titolare a sinistra è Balzaretti, che però è al terzo infortunio stagionale: uno in ritiro in Nazionale, due con la Roma. L’alternativa, a destra e a sinistra, può essere Taddei. E potrebbe bastare questo a spiegare quel profondo sentimento di desolazione che ormai accompagna le partite della Roma.

Il centrocampo. Qual è quello titolare? Il “capo regista” è Tachtsidis, che poteva andare bene in Serie B al Verona, ma per ora (per ora) non può andare bene in Serie A con la Roma. A Zeman piace perché il greco fa quello che gli viene chiesto. Non deve portare palla, non deve lanciare lungo, deve servire intermedi e attaccanti esterni e farlo rapidamente. Se però sbaglia un passaggio, evento frequente, apriti cielo: ripartenza dell’avversario, difesa in imbarazzo e consueta bandiera bianca del povero fortino difensivo. A Parma però non c’era, a Parma nel ruolo del denigrato Tachtsidis c’era De Rossi, solo che la differenza non si è vista. Pjanic è invece scomparso dalla scena, al Tardini è finito in panchina e non è entrato neanche quando Zeman ha tolto Bradley. Meglio Perrotta, che ha tredici anni di più ma che i movimenti da incursore li fa da una vita. […]

QUELLO CHE VA Note liete. Sembrerà un paradosso dopo Parma-Roma, ma non ci si può lamentare dell’attacco, il migliore del campionato assieme alla Juve. Totti ha fregato il tempo, Lamela è una stelletta sul petto di Sabatini, non è ancora un alieno, ma se continua così lo diventerà presto. Osvaldo ci aveva abituato troppo bene. Se stecca, come a Parma, non è sufficiente il gol numero 218 in Serie A di Totti. Destro è un tesoro (ancora da scoprire) in panchina. Verrà il suo momento, verrà il giorno che questo maledetto diluvio cesserà, verrà per Destro e verrà per la Roma. È il tempo, però, che adesso gioca contro questa squadra, e paradossalmente contro Zeman. C’è il Palermo. Poi c’è la Lazio. Poi chissà.

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