Florenzi: In Nazionale mi ci porta il boemo

Florenzi: In Nazionale mi ci porta il boemo

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R. BOCCARDELLI – Impermeabile anche alla notevole esposizione mediatica di questi giorni, Alessandro Florenzi affronta telecamere, microfoni e taccuini, con la serenità di sempre. Certo, tanta attenzione gli fa piacere, ma non scalfisce quel carattere che lo sta proiettando ai massimi livelli: tenace, feroce quando si tratta di azzannare palloni e metri di campo, gioviale, disponibile, comunicativo quando c’è da confrontarsi con l’altro calcio, quello dei media. Florenzi è fatto così e siamo pronti a scommettere che non si monterà la testa, neanche quando, tra qualche giorno ormai, il suo stipendio annuale salirà dai 30mila ai 300mila euro, con gradini a salire ancora e per cinque anni. «In questo momento – racconta Alessandro – il contratto è l’ultimo dei miei problemi. Se la Roma non avesse creduto veramente in me mi avrebbe ceduto, anche in prestito, ai molti club che mi hanno richiesto nei mesi scorsi. Io poi sono un ultrà giallorosso, l’ultimo mio pensiero è quello di lasciare Roma, adesso che l’ho ritrovata dopo l’anno di Crotone». «E’ vero, una stagione in B mi ha fatto bene, senza Crotone non avrei vestito subito la maglia azzurra dell’Under 21 e forse non sarei neanche tornato a Roma»

Bravo e fortunato, perchè mentre Alessandro faceva legna e gol in serie B, la Roma orizzontale dell’asturiano balbettava alla ricerca di se stessa. Quella Roma non era fatta per Florenzi e Florenzi non era fatto per quella Roma, lui, un verticalizzatore nato, di corsa e di pensiero. Il giocatore ideale per un altro allenatore… Uno a caso, Zdenek Zeman. «Forse ci siamo dati appuntamento e non lo sapevamo – scherza Alessandro – ma certamente le mie caratteristiche sono decisamente funzionali al gioco che chiede il tecnico. Zeman ha vinto poco? Magari adesso vinciamo insieme…». La partita di San Siro ha detto questo e altro. Che Florenzi titolare nella Roma, come nell’Under 21 non è più un caso e che al cospetto della serie A, il ragazzo di Vitinia non ha accusato assolutamente il salto di qualità, anzi, si è subito espresso da protagonista vincendo il confronto a centrocampo con uno come Guarin a San Siro: roba da promozione a pieni voti. E intanto incassa anche gli elogi di Lorenzo Insigne, suo ex compagno di Under 21, direttamente dalla nazionale maggiore, quasi un invito. «Ringrazio Lorenzo, con lui mi sono divertito e abbiamo giocato grandi partite con l’Under 21. Sono contento per lui e per gli altri ragazzi come Destro, Verratti e Borini che ora sono con Prandelli»

La domanda sorge spontanea. A questo punto potrebbe toccare anche a Florenzi. «Il pensiero c’è, ma è normale che devo ancora confermare tutto il bene che si dice sul mio conto sia in campionato che in Under 21. Certo, con un tecnico come Zeman che sa tirar fuori dai giocatori il centodieci per cento, covare la speranza della nazionale maggiore non è certo un reato». Alessandro è solo transitato da Roma, prendendo subito il volo per Casarano dove domani guiderà la nazionale di Mangia alla conquista dell’ultimo punto che serve alla qualificazione europea. Non c’è stato tempo per i festeggiamenti per il primo gol in serie A, ma ce ne sarà e non dubitiamo che ce ne siano altri. Gli piace però ricordare il flash: «Quando ho visto il pallone a Totti mi sono fiondato in area. Francesco me l’ha messa in testa, non ho dovuto neanche saltare. Sì, uno schema zemaniano, e comunque quando il capitano ha il pallone conviene sempre farsi vedere…».

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