Gigante Rüdiger. Adesso la Roma ha un pilastro per tutta la difesa

Gigante Rüdiger. Adesso la Roma ha un pilastro per tutta la difesa

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La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese – D.Stoppini) – Il bello è che sembra che ora Antonio Conte abbia messo gli occhi anche su di lui per il suo Chelsea, quello che verrà costruito subito dopo l’Europeo francese. E a ripensare bene a quello che si diceva sul suo conto appena arrivato a Roma, vengono quasi i brividi. Ed invece oggi Antonio Rüdiger sta dimostrando di essere un difensore molto diverso da quello oggetto di scherno e di sfottò, affidabile come mai invece si poteva immaginare dopo le prime uscite giallorosse. Intendiamoci, non che sia diventato all’improvviso un Nesta, un Maldini o un Cannavaro, quelli sono campioni «inclonabili». Ma la fisicità, l’atletismo e la velocità che regala il tedesco al reparto difensivo hanno contribuito (e non poco) al momento d’oro della Roma di Spalletti. «Lui e Manolas sono stati dei giganti», ha detto il tecnico toscano subito dopo la fine del derby. E Antonio di fatto oggi sembra proprio quello, un gigante alla ricerca del suo futuro.

TRA MOSSE E TATTICA – Già, perché dopo i 4 milioni spesi in estate per prenderlo in prestito dallo Stoccarda, la Roma tra un paio di mesi ne spenderà altri 9 per trattenerlo da queste parti. Dopo aver archiviato il pensiero di recuperare Castan,Spalletti l’ha promosso titolare a tutti gli effetti, apprezzandone la duttilità e la possibilità di poterlo schierare anche da terzino destro. Proprio come nel finale delderby, quando ha deciso di spostare alto Florenzi e di mettere dalle parti di Keita il buon Antonio. «Quella è stata una mossa indovinata da parte del tecnico — dice il centrale tedesco a Roma RadioMi sento molto bene, sono molto felice di aver rivinto il derby. Queste sono partite speciali e io le partite speciali ci tengo sempre a vincerle. E poi sono molto felice per i tifosi, li vedo raggianti». E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. E lo sono anche a vedere come lui, Rüdiger, sia tutt’altra cosa rispetto a quello confuso e dai piedi ruvidi che era sbarcato a Fiumicino mesi fa. Ed invece, ora, anche l’intesa con Manolas migliora, di partita in partita. «All’inizio ci conoscevamo poco, adesso va sempre meglio anche grazie al lavoro tattico che facciamo con tutto il reparto dei difensori». Ed allora la mente vola subito a quelle prima immagini, quando tra le sfide al Verona e alla Juventus Daniele Baldini si è messo lì, ad insegnare ai difensori posture, scaglionamenti e posizionamenti, sia individuali sia collettivi.

OCCHI SUL FUTURO – Così, ora c’è soprattutto il futuro negli occhi di Rüdiger. Futuro a breve e a lungo termine. Quello breve si chiama Napoli, quello un po’ più lungo riscatto. Per il momento, però, Antonio guarda soprattutto al primo. «Al secondo posto dobbiamo crederci, ha ragione Spalletti: il nostro obiettivo deve essere quello di disputare sempre la Champions League e il modo migliore per riuscirci è la qualificazione diretta. Dobbiamo provarci, secondo me possiamo farcela. Il Napoli deve venire a giocare in casa nostra e ha ancora altre gare difficili da affrontare». Già, anche se poi il resto del calendario degli azzurri ha un quoziente di difficoltà non certo da far tremare i polsi. Rüdiger, in fin dei conti, a questo non pensa, l’ottimismo pervade la sua mente e la sua vita. Ed è anche giusto così. Vardy una decina di giorni fa gli ha segnato sotto gli occhi un gol capolavoro in Germania-Inghilterra ma quello è stato un colpo di genio, roba da pochi eletti. Non ci fosse stato quel colpo di tacco, l’ultimo duello perso da Antonio risalirebbe alla notte dei tempi. Proprio come i giganti, che alla lunga le battaglie le vincono sempre. O quasi.

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