GAZZETTA DELLO SPORT (M. CECCHINI) – Il paradosso più doloroso per una società italiana di proprietà estera è uno solo: sparire dalla scena internazionale. Per questo — al di là dei 4-5 milioni che l’approdo alla fase a gironi garantirebbe — l’eventuale eliminazione dalla Europa League per la Roma sarebbe un danno d’immagine pesantissimo. Non solo. Ma se il trend continentale nel prossimo triennio non mutasse, se cioè la Roma non riuscisse a rientrare nel giro della Champions, il rischio è che la Roma s’impigli nelle sanzioni dettate dal nuovo fair play finanziario. Se infatti non fossero assicurate nuove entrate importanti, è possibile che le perdite dei prossimi tre anni possano superare i 45 milioni complessivi, tetto oltre il quale interverrebbero le sanzioni Uefa.
Il varo della ricapitalizzazione — che potrebbe occhio, potrebbe essere di 80 milioni — per essere utile «tutta» per i parametri avrebbe dovuto essere fatta entro il 30 giugno, cioè prima dell’inizio di questa stagione. Invece il braccio di ferro tra UniCredit e DiBenedetto — che diventerà presidente tra il 17 e 18 settembre — ha partorito un altro ritardo pericoloso. E al momento sottovalutato.
