Il triplete è spagnolo. Ma Juve a testa alta

Il triplete è spagnolo. Ma Juve a testa alta

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IMG_3227.JPGIL TEMPO (Ciccognani)- La Champions vola sull’aereo del Barcellona dopo novantasei minuti inimmaginabili. Un’ora di dominio blaugrana subito in gol con Rakitic, poi il ritorno Juve, il pari diMorata, un rigore negato e la perla di Messi che accende Suarez. Infine la giocata finale diNeymar che la chiude: 3-1 per il Barca che conquista la sua quinta Champions, ma la Juve esce a testa altissima.

Cala il sole sopra Berlino e si accende lo spettacolo. Coreografie pazzesche, da brividi. E via. La Juve prova subito a farsi vedere, ma al primo affondo il Barça passa. Azione da manuale. Neymar lavora un bel pallone sulla sinistra, vede a rimorchio Iniesta che appoggia in mezzo e per Rakitic metterla dentro è un gioco da ragazzi. Messi è un moto perpetuo, Neymar vorrebbe il rigore per un mani di Lichsteiner, poi occasione Juve. Se la crea l’intraprendente Morata che manda lungo Jordi Alba e appoggia al centro per Vidal che spreca da ottima posizione.Il Barcellona è regale in mezzo perché Rakitic,Iniesta e Busquets giganteggiano. Iniesta è il padrone assoluto, non sbaglia un appoggio. Soffre la difesa bianconera che balla. Iblaugrana fanno la partita e ci vuole l’istinto diBuffon per deviare una conclusione mortifera diDany Alves. Solo Barça, la Juve annaspa. Le maglie sono strette, ma i blaugrana viaggiano alla velocità della luce. Pirlo prova a mettere ordine, Vidal rischia due volte il rosso. Dietro si fa in quattro Barzagli, ma il possesso palla blaugrana è disarmante. La Juve ci prova con cuore e generosità. Tevez non è ispirato, mai un guizzo, sempre secondo sul pallone. Il giro palla degli spagnoli è mortificante. Pirlo deve metterci il mestiere per non affogare. Suarez sfiora il raddoppio dopo uno strappo a sinistra su Evra, poi ancora Buffon protagonista nel deviare in angolo una girata di Suarez. Messi se ne va sempre con disarmante facilità. Juve contratta, ma di più è difficile chiedere davanti agli alieni blaugrana.

Le emozioni si concentrano nella ripresa. Il Barça cerca di chiudere la gara, la Juve costretta a guardarsi intorno da mille maglie blaugrana. Disimpegno sbagliato di Lichsteiner e per poco non frutta il raddoppio. Anche stavolta ci mette una pezza San Gigi (Buffon) deviando in angolo su Suarez. Messi spara alto e chiede scusa. Solo Barcellona, giù il cappello davanti agli Harlem del football. D’improvviso il guizzo. Gran giocata di tacco di Marchisio per Lichsteiner che mette in mezzo per Tevez. Ter Stegen non trattiene la girata dell’Apache. Arriva Morata e la piazza: 1-1.

Tutto da rifare. Ma adesso è un’altra partita perché la Juve sa di poter far male e il Barcellonaperde molte delle sue certezze. Altra gran giocata di Morata, chiusura per Tevez che spreca. Ma è un’altra Juve. Coraggiosa, intraprendente. Çakir non vede una trattenuta su Pogba di Dany Alves. Era rigore netto che sicuramente avrebbe cambiato la storia di questa finale. Controgioco. Fa tutto Messi, gran botta da fuori, Buffon respinge come può. Evra si perde Suarez che la mette dentro: 1-2 sul più bello. Anche un gol annullato, giustamente, a Neymar che colpisce di testa ma la palla finisce sul braccio. Entrano Xavi per Iniesta e Pereyra per Vidal. Finale da brividi, senza un attimo di tregua. La chiude Neymar in contropiede in pieno recupero. Ed è delirio blaugrana. Trionfa il Barça, ma la Juve può andare orgogliosa di questa serata e della sua straordinaria stagione e può riprovarci perché la sua vocazione adesso è anche Europea.

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