IL MESSAGGERO (S. CARINA) – Insieme formano una strana coppia. Uomini-mercato a tre anni di distanza, Destro e Iturbe sono costati complessivamente45 milioni (commissioni incluse) e vivono un momento particolare. Il primo, sino a poco tempo fa, più segnava meno giocava. Il secondo invece paga tuttora le aspettative dovute alla valutazione con la quale è stato strappato alla Juventus, gli infortuni e l’inevitabile periodo di adattamento ad un nuovo tipo di calcio più ragionato rispetto a quello che era abituato a fare al Verona. Un mix che poco tempo fa lo ha portato a dire con autoironia che «per ora sono una pippa». Non ci crede lui, figuriamoci la Roma. Anche perché gli infortuni hanno offuscato l’avvio di stagione che per l’argentino era stato esaltante: un gol e due assist nei 26’ giocati contro il Cska, in rete anche al rientro in campionato, contro la Juventus, prima di fermarsi di nuovo.
VOGLIA DI RIVINCITA – Sia Iturbe che Destro hanno voglia di riscatto. Le statistiche (campionato e Champions) non li vedono così distanti. In stagione il centravanti ha giocato (12 presenze, 7 da titolare, 688 minuti disputati) e segnato di più (4 gol a 2) rispetto all’argentino che ha le stesse presenze e gettoni da titolare del compagno ma un minutaggio inferiore (513). Insieme potrebbero recuperare le posizioni perdute. Perché Destro è un centravanti d’area, non lontano come tipologia di calciatore da Toni che proprio con Iturbe nella passata stagione fece faville. Se è vero che il Verona giocava in modo diverso e l’ex giallorosso con il passare degli anni si è trasformato (anche) in un centravanti capace di far salire la squadra, i due danno l’idea di potersi integrare bene. Sabato potrebbe essere la riprova. Anche perché l’Olimpico per Destro è un talismano: in tutte le partite (4) nelle quali quest’anno è partito titolare ha sempre fatto gol.