Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – Parlare di portafortuna sarebbe riduttivo per un calciatore che in carriera ha vinto tutto quello che c’era da vincere: 2 Champions League, 2 Mondiali per Club e 2 Supercoppa europee con la maglia del Barcellona. Nell’analizzare il rendimento di Seydou Keita durante la gestione Spalletti c’è però un dato che salta agli occhi: quando lui è in campo dal primo minuto, in campionato, la Roma non perde mai. Anzi, di solito vince: è successo in 8 delle 9 partite in cui è partito titolare, con l’unica eccezione del pareggio con l’Inter. Il centrocampista, che probabilmente a fine anno andrà negli Emirati Arabi per concludere la sua carriera, in questi mesi sta vivendo una seconda giovinezza. Un rendimento inaspettato, soprattutto perché Keita come Gervinho era considerato uno dei fedelissimi di Rudi Garcia. L’ivoriano ha fatto capire fin da subito la sua poca disponibilità, e infatti è finito in Cina dopo un acceso scambio di opinioni con Spalletti. Mentre il maliano ha continuato a comportarsi da professionista esemplare.
Con l’Atalanta potrebbe finalmente toccare anche ad Edin Dzeko, che ha recuperato dall’infortunio che lo ha tenuto fuori col Bologna: stavolta a fargli posto dovrebbe essere Stephan El Shaarawy. Il centravanti bosniaco ieri è stato protagonista nella partitella in famiglia, in cui è stato schierato al fianco di Perotti e Salah. Secondo l’edizione araba dell’agenzia di stampa russa Sputnik, l’ex del Chelsea potrebbe lasciare la Roma se la crisi diplomatica tra Italia ed Egitto nata dopo l’uccisione del ricercatore Giulio Regeni non dovesse rientrare. «Spazzatura», il commento dell’agente di Salah, anche dalla Roma sono arrivate solo smentite.