La Federcalcio apre il dialogo con i tifosi

La Federcalcio apre il dialogo con i tifosi

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RIUNIONE IN FIGC PER DECIDERE IL FUTURO DELLA FEDERCALCIOIL MESSAGGERO – La Federcalcio combatte la violenza.Uno degli obiettivi elettorali di Carlo Tavecchio è sul tavolo, pronto per essere sviluppato. La commissione, coordinata da Fiona May, è al lavoro per produrre un programma che ha al primo punto l’integrazione nel mondo del calcio. Un incontro con le rappresentanze delle associazioni dei tifosi riconosciute in ambito internazionale, i Football Supporters Europe e Supporters Direct, si è svolto nella sede della Figc. «C’è molto lavoro da fare – ha spiegato Fiona May – per colmare il divario che c’è con gli altri Paesi europei e contrastare in maniera decisa fenomeni criminali di infiltrazione e di connivenza con gruppi di tifosi violenti».

LA COMMISSIONE – I temi da analizzare sono in ogni caso molteplici e nella commissione fanno parti diversi personaggi. Con l’ex campionessa del salto in lungo ci sono tra gli altri Walter Veltroni, Roberto Ghiretti e Kossi KomlaEri, scrittore del Togo naturalizzato italiano. Da contrastare non c’è solo la violenza ma anche episodi legati al razzismo che negli ultimi tempi hanno creato non pochi problemi e fatto chiudere più di una curva. La discussione, a parte quella con la rappresentanza dei tifosi, è all’inizio. L’agenda è ricca di punti da risolvere: violenza, professionalizzazione degli steward, riqualificazione del prodotto calcio. Tempo da perdere non ce n’è per mettere a punto un progetto che possa dare risultati positivi. Violenza e razzismo, adesso, sono però al primo posto delle priorità. Il tentativo, fa osservare la Federcalcio, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica nella crescita culturale di addetti ai lavori e appassionati. L’inizio dell’attività, dopo gli incontri che si terranno ogni due settimane, è prevista per il prossimo mese di gennaio mentre a maggio ci sarà un grande evento. Per quanto riguarda il rapporto con Football Supporters Europe, i contatti sono cominciati lo scorso mese di settembre quando a Roma si è svolto il convegno Uefa contro il razzismo. Ci sarà da seguire il modello di altri Paesi, Spagna e Inghilterra, legando il prodotto calcio non solo alla passione ma anche alla cultura, al rispetto sia dello sport che dei marchi e della gestione degli eventi senza che una partita di calcio si trasformi automaticamente in una battaglia.

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