Le illusioni, il bluff e l’appeal della Bundesliga

Le illusioni, il bluff e l’appeal della Bundesliga

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BENATIAIL TEMPO (G. GIUBILO) – Già si gioca, in Germania, tra i protagonisti qualcuno avrebbe voluto mettere in primo piano un pezzo pregiato in arrivo da Roma, sponda Trigoria. Ne sarebbe stato entusiasta, Mehdi Benatia, un punto d’arrivo prestigioso il Bayern di Guardiola, che di difensori centrali di qualità avrebbe bisogno assoluto. Ma il marocchino dovrà farsi una ragione, non potrà mai vincere un braccio di ferro nel quale il rivale dispone di un bicipite troppo più robusto. In base a questa incontestabile differenza di forze, a decidere la conclusione della più tormenteta vicenda di mercato di questi mesi festivi saranno soltanto Walter Sabatini e Mauro Baldissoni, che non intendono cedere un solo palmo di terreno, con 5 anni di contratto in tasca non hanno alcun motivo di rimettere in discussione la vicenda. Restano interlocutori i fitti colloqui a Trigoria con il giocatore e con quel genio del suo procuratore Sissoko, forse il più diretto responsabile del pasticcio che ha messo nei guai il suo assistito, ormai senza risorse accettabili.

La grande illusione di Benatia era stata accesa più di un mese fa, quando le sirene del City avevano lanciato da Manchester un invito irresistibile, contratto faraonico pluriennale. Poi però, di fronte all’esigenza di informare la Roma, titolare del cartellino, il bluff è stato inesorabilmente scoperto. Quella inglese non era un’offerta seria, ma una turbativa di mercato che ha lasciato il segno, tanto è vero che ormai il marocchino non riesce a liberarsi dalla trappola che si è costruito con la puntuale collaborazione di quel pollastro del suo procuratore. Dunque resta una sola certezza, senza i 35 milioni pretesi dalla Roma, il giocatore dovrà rassegnarsi a onorare i cinque anni di contratto. Dovesse farlo di malavoglia, o peggio a muso duro, dovrà perdersi anche l’adeguamento, non indifferente, che la società gli aveva comunque garantito. Se poi, come si dice,«sei de coccio», nessuno può farci niente.

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