Lo stadio della Roma slitta ancora

Lo stadio della Roma slitta ancora

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PALLOTTA MARINO Nuovo StadioRoma 2IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) –  Nuovo slittamento per lo Stadio della Roma. Caduto ieri il numero legale in Consiglio comunale, durante la discussione sulla delibera che precedeva quella di Tor di Valle, l’Assemblea capitolina tornerà a riunirsi oggi alle 9.In realtà, questo scivolone rischia di portare lo Stadio a Natale o anche dopo.Mentre in Aula Giulio Cesare si stava addirittura allestendo un maxischermo per consentire all’assessore all’Urbanistica, Caudo, di illustrare con l’ausilio di slide il progetto, era in corso la discussione su un’altra delibera di urbanistica, la riqualificazione di piazza Corazzini. Verso le 16, il patatrac: salta il numero legale. Il «povero» Mark Pannes, responsabile del progetto Stadio per la As Roma, che anche ieri aveva chiamato a raccolta i tifosi per farli assistere«educatamente» alla discussione, sarà rimasto di sasso. Anche perché oggi la seduta riprenderà dal punto in cui si è interrotta, vale a dire l’esame degli ultimi 40 emendamenti su piazza Corazzini cui seguirà il voto, per poi affrontare «le due variazioni di bilancio in scadenza il 31 dicembre», come spiega la neo presidente del Consiglio, Valeria Baglio, «per proseguire quindi con l’ordine dei lavori stabilito. Vedremo se riusciremo a iniziare la discussione già domani sullo stadio della Roma».

Feroce e puntuale la critica politica. Pomarici (Lega): «Il Pd si è sgretolato, non tenendo conto degli input del sindaco. La maggioranza non c’è più. Invitiamo il sindaco a intervenire in Assemblea capitolina domani e a presentare le proprie dimissioni ridando la parola ai cittadini romani». Imbufalito il capogruppo del Pd, Fabrizio Panecaldo: «Sono stanco di rincorrere le persone come un maestro di scuola. Mi dà fastidio, è un atteggiamento che non sopporto. Capisco i problemi di famiglia, ma l’impegno preso nei confronti degli elettori e dei cittadini deve avere la priorità. Noi consiglieri comunali siamo come degli operai. Abbiamo dei compiti e degli obiettivi che dobbiamo portare a termine nel nostro lavoro. Abbiamo deciso di discutere in consiglio poche delibere – ha ricordato – ma il lavoro deve essere portato fino in fondo e se non si finisce si andrà avanti, ad oltranza: sotto l’albero, i tifosi della Roma troveranno lo Stadio, che sarà lo stadio della Roma non della società di Pallotta». Quasi una minaccia di nemesi. E mentre il sindaco Marino si defila prontamente dall’analizzare questa nuova battuta d’arresto della sua maggioranza sull’unica delibera degna di nota proposta dalla sua Amministrazione («sono argomenti di Consiglio, il calendario lo decidono presidente e capigruppo, siamo nelle sagge mani della Baglio»), arrivano gli emendamenti. Sono solo quattro, di cui 3 a firma di SeL.

I Grillini hanno preferito ripiegare sulla presentazione di pregiudiziali di legittimità, mentre il gruppo di SeL chiede emendamenti sulla salvaguardia ambientale, le opere di mitigazione e la tutela dei lavoratori, mentre l’unico presentato dal Pd, smonta quasi il sistema del trasporto pubblico sulla metro B chiedendo il potenziamento della Roma-Lido.

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