La Gazzetta dello Sport (M.Graziano) – Prima gara senza ritorno, o quasi, della stagione bianconera. Un’etichetta che di fatto è Massimiliano Allegri in persona ad appiccicare suGenoa-Juventus. Senza mezzi termini. Il tecnico livornese è così, nel bene e nel male: ambiente da caricare e responsabilizzare tenendo a distanza ogni tipo di alibi. L’Inter a punteggio pieno e la Roma avanti di sei punti: i nerazzurri vanno nella tana del Chievo, i giallorossi ospitano il Sassuolo; un mezzo passo falso a Marassi potrebbe allora costringere poi i campioni d’Italia a una rimonta complicatissima. «In campionato abbiamo un punto – dice Max -, siamo partiti malissimo, anche se avemmo meritato di più contro Udinese e Chievo, due buone prestazioni secondo me. Ora bisogna però essere realisti, servono quindi assolutamente tre punti su un campo molto difficile, contro una formazione che sa essere parecchio aggressiva. Insomma, oggi la gara è fondamentale. Di solito, durante la stagione ci sono tre momenti chiave, e il primo di questi momenti arriva per noi subito alla quarta giornata. Marassi è un crocevia importante, non ci sono storie».
IL PUNTO A NATALE Predica infine un pizzico di pazienza Max, alla ricerca di nuovi equilibri tattici dopo alcune partenze pesanti sotto vari punti di vista e un mercato decisamente di prospettiva, all’insegna della freschezza. «Dopo aver vinto in Champions si è passati dalla depressione totale all’euforia più completa. Questo è giusto per voi media, ma non per noi. I ragazzi devono capire che vincere una gara, anche se di prestigio, conta poco alla Juve. Ne avremo cinquanta da giocare con una certa intensità, e la cosa va fatta capire alla svelta a chi è appena arrivato. Ci sono dieci giocatori nuovi, tra cui vari ragazzi piuttosto giovani, gente non ancora abituata a giocare una partita ogni tre giorni con il solo obiettivo della vittoria. Manchester è il passato, il successo va subito archiviato, dimenticato. Oggi conta il Genoa, e un minuto dopo la fine della partita di Marassi bisognerà sintonizzarsi sul Frosinone, quindi ecco il Napoli, poi il Siviglia e il Bologna… E’ così che si cresce alla Juve».